provocato "verosimilmente in modo involontario", nel padiglione 2 dell'hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa, quella che ci siamo lasciati dietro le spalle è stata una lunga notte di lavoro per le forze dell'ordine nell'isola delle Pelagie dove, si sono susseguiti 12 soccorsi di barche e barchini: sono sbarcati 691 ivoriani, malesi, ghanesi, nigeriani, sudanesi, siriani, marocchini, bengalesi ed egiziani. Ieri, gli approdi erano stati 15 con 612 persone complessivamente.
A mobilitarsi per portare in salvo i migranti in viaggio, tanto in area Sar quanto nelle acque antistanti alle isole Pelagie, sono state le motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza. A bordo dei 12 natanti, da un minimo di 38 persone fino ad un massimo di 134. I porti di partenza sono risultati essere - stando alle dichiarazioni degli stessi sbarcati - quelli di Zuwarah in Libia e Sfax in Tunisia.
Adesso sono 1.145 i migranti ospiti dell'hotspot di Lampedusa che fino a sabato notte accoglieva poche decine di persone. I migranti, fra cui molte donne, arrivati nelle ultime ore vengono pre-identificati e sentiti dalla polizia. Chi è partito da Sfax racconta d'aver pagato per la traversata su barchini di 7 o 8 metri dai mille ai 3mila dinari tunisini. Le nazionalità di chi è partito dalla Tunisia sono: Burkina Faso, Camerun, Costa d'Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Sudan, Togo, Benin, Ghana. Da Zuwarah, in Libia, sono salpati invece bengalesi, eritrei, malesi, gambiani, marocchini, nigeriani, siriani ed egiziani. Tre su 12 imbarcazioni - con a bordo rispettivamente 134, 42 e 129 persone - sono partite dalla Libia, pagando dai 2.500 ai 4mila dollari a testa.
Altri 134 migranti sono sbarcati a Lampedusa dopo che i tre barchini sui quali viaggiavano sono stati soccorsi dalle motovedette della Capitaneria di porto. A bordo dei natanti, partiti Sfax in Tunisia, c'erano rispettivamente 42 (7 donne e 2 minori), 49 (5 donne e 2 minori) e 43 (3 donne e 4 minori) originari di Burkina Faso, Costa d'Avorio, Gambia, Nigeria, Guinea, Mali, Algeria, Marocco ed Egitto.
Tornando al principio di incendio all'hotspot, questo sarebbe stato generato da alcuni vestiti che avevano preso fuoco per cause non ancora accertate sono stati lanciati da una finestra finendo su una lastra in plexiglass e provocando una densa nube di fumo nero. Sono accorsi i vigili del fuoco del distaccamento aeroportuale, ma anche i poliziotti che prestano servizio nella struttura di primissima accoglienza gestita dalla Croce Rossa Italiana. Subito è stata riportata la tranquillità anche perchè i migranti non avevano dato vita nè a scontri nè a proteste di alcun tipo. Nessuno è rimasto intossicato e i danni risultano essere lievi.