comunali e funzionari sono stati iscritti sul registro degli indagati per alcune presunte irregolarità nella gestione e funzionamento del depuratore. La Procura della Repubblica di Agrigento ha notificato a tutti l'avviso di conclusione dell'inchiesta. Il prossimo passo, non ecluso, dovrebbe essere quello del rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Le irregolarità riscontrate nell'impianto di contrada Alongi sarebbero cominciate a partire dal 2017: in particolar modo si parla di scarichi di acque reflue industriali senza autorizzazioni e smaltimento di rifiuti nel fiume Platani.
Oltre al sindaco Pendolino, risultano indagati Luigi Virone, 67 anni; Salvatore Chiarelli, 70 anni; Rosario Monachino, 66 anni; Filippo Curallo, 54 anni; Angelo Terrana, 61 anni; Giovanna Patrizia Rizzo, 49 anni; Francesco Piro, 60 anni; Salvatore Rotulo, 58 anni e Michele Cacciatore, 60 anni. Virone, Chiarelli, Monachino e Curallo - responsabili del settore Igiene pubblica del Comune fra il 2017 e il 2023 - insieme al sindaco Pendolino (confermato alle elezioni dello scorso giugno) sono accusati di avere "aperto o comunque effettuato nuovi scarichi di acque reflue industriali senza autorizzazioni". A Rizzo e Piro, lavoratori socialmente utili addetti al depuratore; Terrana, coordinatore del personale; Rotulo, addetto all'impianto e Cacciatore, titolare della ditta che gestiva l'impianto, si contesta - insieme al sindaco e ai dirigenti del Comune - di avere smaltito, senza autorizzazione, i residui provenienti dallo scarico "immettendoli – questo l'atto di accusa della pm Maria Barbara Grazia Cifalinò - nel fiume Platani".
Con l'avviso di conclusione delle indagini, i difensori potranno prendere visione di tutti gli atti processuali e prepararsi per l'eventuale rinvio a giudizio.