Andrea Bonafede, operaio del Comune di Campobello di Mazara e cugino omonimo dell’uomo che ha prestato la propria identità a Matteo Messina Denaro, si è ulteriormente complicata. Era stato arrestato con l’accusa di avere ritirato per conto del boss le ricette firmate dal medico Alfonso Tumbarello. Si è sempre difeso sostenendo di avere fatto un favore a sua insaputa, ma la Procura di Palermo avrebbe acquisito nuovi elementi e adesso al favoreggiamento aggravato e alla procurata inosservanza della pena ha aggiunto il reato di associazione mafiosa. Il dipendente del Comune di Campobello di Mazara per gli inquirenti era un associato a Cosa Nostra, un uomo di fiducia per Matteo Messina Denaro che si sarebbe rivolto ad Andrea Bonafede in un momento di grande difficoltà, il 3 novembre del 2020, quando scoprì di avere un tumore. Il giorno dopo Bonafede attivò una sim card in un cellulare che in passato era stato usato dalla suocera e dalla madre.
Per la Procura di Palermo ad Andrea Bonafede possono essere mosse tutte e tre le contestazioni senza che il reato più grave – l’associazione mafiosa – assorba i primi due. Chiaramente l’associazione mafiosa, in caso di condanna, aumenterebbe la pena. Intanto Matteo Messina Denaro, ricoverato all’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila dai primi di agosto per essere sottoposto ad intervento chirurgico, ha lasciato la rianimazione ed è stato trasferito al reparto appositamente dedicato ai detenuti al 41bis. Sul suo stato di salute i medici mantengono il massimo riserbo.