un neonato di 5 mesi è morto dopo essere finito in acqua al momento dello sbarco a Lampedusa. La tragedia è avvenuta alle 4,18 di questa notte, durante le caotiche operazioni di approdo dei 46 migranti soccorsi dalla motovedetta della Guardia costiera, quando più persone sono finite in acqua. Barca che si è rovesciata durante la navigazione. Tutte sono state recuperate, così come è stato ripescato il cadavere del piccino. La salma è stata portata alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, mentre la mamma del neonato, una minorenne della Nuova Guinea, si trova all'hotspot di contrada Imbriacola. La polizia ha chiesto, per la donna, un supporto psicologico. Della ricostruzione del caso si occupa la Capitaneria di porto. È, quanto accaduto, la punta dell'iceberg di un'emergenza senza fine, dove gli sbarchi si sono moltiplicati, probabilmente anche a causa dei disastri naturali e dei colpi di stato che hanno interessato alcuni paesi africani.
Oltre un centinaio di barche cariche di migranti sono giunte a Lampedusa in meno di 24 ore. Tutti i record precedenti sono stati polverizzati: le persone giunte sull'isola sono state circa settemila, molte di più di quelle che l'hotspot di contrada Imbriacola può ricevere. Sono iniziati i primi trasferimenti, più gruppi sono in attesa in vari punti dell'isola, soprattutto sui moli. e i numeri sono continuamente sottoposti ad aggiornamenti e dunque suscettibili di cambiare. Continuano a stazionare in fila nel porto lampedusano le barche in attesa del proprio turno per lo sbarco. Al momento, al molo commerciale, ci sono decine e decine di migranti, giunti con diverse imbarcazioni, tutti ammassati: sarà impossibile stabilire con quale barchino siano arrivati sull'isola. Soccorritori e forze dell'ordine sono allo stremo: sono stati segnalati altri barchini in viaggio, ma anche migranti già sbarcati sulla terraferma.
"C'è bisogno di aiuto, concreto, pratico e immediato da parte di ogni struttura dello Stato e di ogni persona di buona volontà". Questo l'appello del procuratore capo di Agrigento Giovanni Di Leo. Un appello - dice - "a nome di tutti coloro che in questo momento sono impegnati per l'emergenza migranti. Una situazione che il magistrato paragona all’arrivo della nave Vlora a Bari nel 1991 con 20.000 albanesi. "Ma Bari era una città in terraferma e una regione collegata con il resto del Paese, mentre Lampedusa è un isola, poco al largo di un’altra isola più grande, la Sicilia. Le difficoltà logistiche, per Di Leo, rischiano di avere la meglio sullo straordinario senso di umanità di chi è impegnato in queste operazioni di soccorso e della popolazione di Lampedusa, terra prossima al collasso".