per presunte truffe corse su Whatsapp, la nota app di messaggistica telefonica. Soltanto nelle prime due settimane di settembre le denunce sono più che raddoppiate segno che, inconsapevolmente, ignari agrigentini continuano a cascare in quelle che sono vere e proprie trappe psicologiche. Solitamente la truffa arriva attraverso un messaggio che riporta un testo allarmante, di chi si spaccia per figli o parenti stretti in difficoltà economica.
Seguono le richieste di denaro o di ricarica alla postpay a cui, evidentemente, alcuni abboccano, prima di rendersi conto, nei giorni seguenti, di essere stati raggirati da qualcuno che, ovviamente, nel frattempo è scomparso. Gente senza scrupoli a caccia di soldi che, soprattutto, punta soggetti fragili o di mezza età. La falsa richiesta di aiuto, di solito, riporta una frase del genere: “Sono tuo figlio X, Ti scrivo dal telefono di un amico...” oppure “Il mio telefono si è rotto, scrivimi a questo numero. Non telefonare, ma scrivimi soltanto... E' un momento di difficoltà, è un'emergenza, ho bisogno di soldi”. Frasi del genere. Per poi, successivamente, inviare link sospetti oppure vere e proprie richieste economiche con tanto di iban o credenziali postpay.
La Polizia Postale, più volte sollecitata in tal senso, sta portando avanti le relative indagini e consiglia sempre di non rispondere a numeri sospetti o sconosciuti, cancellare questo tipo di conversazioni e, soprattutto, di non memorizzare mai in rubrica questi numeri telefonici. Oltre alle richieste economiche, sono molto in voga anche le frodi di identità, infettare il telefono con malware o rubare l'account whatsapp altrui.
Altre truffe giungono tramite email con link tra i più disparati oppure tramite sms con messaggi su presunti pacchi da consegnare o per presunti attacchi informatici ai conti bancari o postali. Si consiglia sempre di non rispondere né di cliccare su nessun link. Occorre sempre verificare prima la correttezza del messaggio o del mittente.