Lo ha detto al Giornale di Sicilia, in un'intervista rilasciata alla collega Francesca Capizzi, Girolamo Lo Giudice, 33 anni, gioielliere di Sambuca di Sicilia (Agrigento) che è riuscito ad impedire a quattro malviventi di mettere a segno una rapina all'interno della sua attività di oreficeria situata in via Gramsci, nel centro belicino.
Secondo la ricostruzione dei fatti, su cui indagano i carabinieri della locale stazione, il primo malvivente si è fatto aprire la porta della gioielleria fingendosi un cliente. Subito dietro di lui, però, sono entrati anche altri 3 uomini, che indossavano passamontagna, occhiali scuri, parrucche e guanti. Sotto la minaccia di un coltello hanno costretto il commerciante a raggiungere il laboratorio e ad aprire la cassaforte. Ma mentre provavano ad immobilizzarlo, Lo Giudice ha reagito, ribellandosi e cominciando a colpire i rapinatori con calci e pugni. Uno di loro sarebbe anche svenuto.
Nel frattempo, stando a quanto ha riferito ai militari dell'Arma, Lo Giudice è riuscito a comporre il numero di cellulare del padre, che ha capito cosa stava accadendo dentro la gioielleria. La colluttazione ha sostanzialmente scoraggiato i malviventi, che quando si sono resi conto che stavano arrivando le forze dell'ordine sono fuggiti, lasciando dentro la gioielleria i sacchi che avevano iniziato a riempire di preziosi. "Sì, so bene che ho rischiato la vita, sono anche papà di due bambini. Ma cosa potevo fare»? ha detto Lo Giudice.
I carabinieri stanno esaminando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza all'interno e all'esterno della gioielleria per provare a risalire agli autori della tentata rapina. Le cui modalità sono del tutto simili a quelle del colpo (in quel caso messo a segno) alla gioielleria Campo di Menfi, risalente allo scorso 27 luglio. Anche in quella circostanza agirono più malviventi, il primo dei quali si era fatto aprire la porta fingendosi un cliente. A ruota, dietro di lui, gli altri. Bottino di quella rapina: 800 mila euro.