tra i 153 indagati nell'ambito dell’operazione antimafia condotta stamattina in Lombardia dalla Dda di Milano. L’uomo da tempo vive ad Abbiategrasso e secondo gli inquirenti, sarebbe stato il “punto di raccordo” tra il “sistema mafioso” in Lombardia, ossia il presunto accordo tra le tre mafie, e Matteo Messina Denaro, morto lo scorso settembre. Per Errante Parrino, il gip Tommaso Perna ha respinto la richiesta d’arresto del pm, stessa decisione presa per oltre 140 persone. Parrino, secondo quanto ricostruito dalla Dda milanese, sarebbe il «referente nell’area lombarda della provincia di Trapani, con specifico riferimento al mandamento di Castelvetrano, riconducibile "all’ex latitante Messina Denaro", e uno dei componenti "del sistema mafioso lombardo" oltre che già condannato in passato per associazione mafiosa ». Avrebbe anche mantenuto e "curato i rapporti con la famiglia dell’ex latitante, vertice di Cosa Nostra", occupandosi di "qualsiasi necessità del nucleo familiare da soddisfare in Nord Italia, compreso un adeguato supporto logistico in caso di bisogno". Il gip, però, ha rigettato la richiesta d’arresto, perché mancherebbero, tra l’altro, le prove per «affermare che Paolo Aurelio Errante Parrino abbia proseguito, anche dopo la prima condanna del 1997, il suo rapporto di affiliazione al mandamento di Castelvetrano, né tantomeno all’associazione lombarda ipotizzata dalla pubblica accusa», così come scrive il gip Tommaso Perna. L’operazione di stamattina in Lombardia ha portato in carcere 11 persone, mentre gli indagati sono 153. La operatività del “sistema mafioso lombardo” sarebbe stata «decisa congiuntamente dalle tre componenti mafiose», ossia ‘ndrangheta, camorra e Cosa Nostra nel corso di 21 summit tra il marzo 2020 e il gennaio 2021. Tra le decine di attività illecite che, secondo la Dda, il “sistema” di mafie avrebbe portato avanti, c’è anche l’acquisizione di «appalti pubblici e privati, anche attraverso l’attivazione di canali istituzionali». La Dda ha fatto ricorso al Riesame per le richieste di custodia cautelare respinte.