di un naufragio avvenuto al culmine di una traversata di un barcone che voleva solo approdare in un porto sicuro e verso una vita migliore. Insieme a lei e ai genitori a bordo della carretta del mare viaggiavano 53 persone. L'affondamento è avvenuto a poche centinaia di metri dalla costa: 45 i superstiti. Ma ci sono anche 8 dispersi. E tra i quali altri due bambini. Tra i superstiti inizialmente c'era la bimba di appena 2 anni, che è poi spirata sulla motovedetta della Capitaneria che l'aveva soccorsa, insieme agli altri passeggeri, e che stava trasferendo i naufraghi al molo commerciale.
È stato, quello naufragato, uno dei 12 arrivi di ieri, che hanno portato in Italia poco più di mille persone. In 576, originari di Egitto, Siria, Iraq, Marocco, Pakistan e Bangladesh, viaggiavano su un'altra nave sbarcata a Lampedusa dopo che il peschereccio sul quale viaggiavano è stato agganciato e scortato da alcune motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza. L'approdo è avvenuto fino al molo commerciale. La carretta, secondo quanto riferito dagli stessi migranti, è salpata alle ore 22 di domenica da Zuara in Libia. Dopo di loro, a molo Favarolo, c'è stato un ulteriore sbarco di 43 gambiani, guineani, malesi e senegalesi partiti, sempre domenica sera, da Sfax in Tunisia. Complessivamente sono stati 12, con un totale di 1.087 persone, gli sbarchi di ieri a Lampedusa dove davanti a Capo Ponente c'è stato come detto un altro naufragio.
La piccola è stata sottoposta ad ispezione cadaverica. Al Poliambulatorio sono stati invece trasferiti i due ventenni salvati dai pescatori. Si conta di stabilire le esatte cause del decesso della piccina che era stata portata a nuoto sugli SCOGLI di Cala Ponente da mamma e papà, dopo il naufragio della barca che era partita da Sfax. I genitori della piccola, originari della Guinea, si trovano adesso all'hotspot di contrada Imbriacola. Hanno già effettuato il riconoscimento del cadavere e sono sotto choc, assistiti dagli psicologi della Croce Rossa italiana che si occupa della gestione della struttura di primissima accoglienza di contrada Imbriacola.
Un bilancio ancora una volta pesantissimo quello dell'ennesima tragedia dell'immigrazione avvenuta a poche centinaia di metri dalla costa di Lampedusa, davanti Capo Ponente. Alcuni naufraghi, tra i quali uomini, donne e bambini, hanno raggiunto gli scogli, mettendosi in salvo. Tutti si sono aggrappati alle rocce di Capo Ponente, due invece hanno nuotato fino a Muro Vecchio.
Ad accorgersi dei migranti, che sembrava fossero stati abbandonati sulla costa da un barca che aveva poi ripreso il largo, sono stati tre funzionari e un ispettore della polizia. È stato lanciato l'allarme e lo stesso hanno fatto, poco dopo, Salvatore e Giuseppe Del Volgo, i due pescatori di Lampedusa che dagli scogli di Muro Vecchio hanno recuperato e portato in salvo due ventenni ivoriani.
Nelle acque antistanti Capo Ponente è giunte invece la motovedetta Cp319 della Guardia costiera; ai vigili del fuoco è stato chiesto di illuminare, con i fari, l'intera area. Sono stati così recuperati 43 migranti, originari di Costa d'Avorio, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Guinea e Mali.
Due pescatori, padre e figlio si sono accorti dei due naufraghi mentre erano impegnati in una battuta di pesca, li hanno caricati sulla barca e portati fino a Cala Pisana, dove ad attenderli c'erano i sanitari del 118. Durante il tragitto, durato circa tre quarti d'ora, i lampedusani hanno messo addosso ai due ragazzi, che pare siano fratelli di nazionalità ivoriana, tutte le coperte che avevano a disposizione, hanno diviso un filone di pane e dato due bottiglie d'acqua. E questo sapendo che rischieremo di avere dei guai. Ma io sono il comandante, e questi ragazzini andavano messi in salvo, ha detto Salvatore Del Volgo, pescatore lamedusano. Un racconto che ricorda perfettamente quello del motopesca saccense Accursio Giarratano, che si imbattè in un gommone a cui Malta aveva rifiutato l'accoglienza e che si adoperarono per aiutarli e soccorrerli. Una tragedia infinita.