il processo scaturito dall’inchiesta “Duty Free”, l’indagine che ipotizzava tangenti e favori all’Agenzia delle Entrate di Agrigento. Dodici gli imputati in questo filone processuale. Tutti sono stati assolti o prosciolti. Il passare del tempo ha cancellato molte delle accuse di falso, abuso di ufficio e corruzione. Per altri imputati, invece, la formula di assoluzione è stata “perché il fatto non sussiste”. In particolare, la prescrizione è intervenuta (previa riqualificazione per alcune ipotesi di corruzione) per Antonio Vetro, 53 anni, di Favara, consulente del lavoro; Vincenzo Tascarella, 68 anni, di Agrigento; Filippo Ciaravella, 69 anni, di Agrigento; Giuseppe Castronovo, 62 anni, di Favara. Assoluzione nel merito, per altri due capi di imputazione, sempre per Tascarella e Ciaravella. Infine, assoluzione “perché il fatto non sussiste” per una decina di capi di imputazione nei confronti di: Giuseppe Cumbo, 69 anni, di Agrigento; Angelo Pagliarello, 64 anni, di Campobello; i ristoratori favaresi Giuseppe Costanza, 37 anni e il padre Salvatore, 71 anni; Giuseppe Castronovo, 62 anni, di Favara; Piera Callea, 56 anni, di Favara; i medici Giovanni Crapanzano, 73 anni, di Favara, e Santo Pitruzzella, 71 anni, di Favara, presidente dell’Ordine. La sentenza è stata emessa dalla seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara con a latere Manfredi Coffari e Fulvia Veneziano. L’accusa, sostenuta in aula dal pm Maria Barbara Grazia Cifalinò, aveva chiesto sei condanne e altrettante assoluzioni per intervenuta prescrizione.