sono queste le pene pronunciate dal tribunale di Sciacca, in composizione monocratica, nei confronti, rispettivamente, di Francesca Palumbo e Michele Cicala, che erano stati chiamati a rispondere di turbata libertà degli incanti. Secondo l'accusa i due, in concorso materiale tra loro, con artifici e raggiri consistiti nel rappresentare e documentare falsamente la natura di associazione di volontariato nonché il numero e l'identità degli associati, avevano turbato la gara per la gestione del servizio di vigilanza spiagge indetta dal comune di Sciacca nel 2016.
La sentenza è stata emessa all’esito della discussione dei difensori delle parti e dopo una lunga e articolata istruttoria dibattimentale, nella quale sono stati acquisiti i documenti sociali dell’associazione aggiudicataria e i documenti di gara, nonché sentiti numerosi testimoni, sia d’accusa che di difesa. Numerose anche le persone offese che hanno testimoniato al processo. Si tratta degli assistenti ai bagnanti, alcuni dei quali sarebbero risultati, in base ai libri sociali, in dotazione alla associazione aggiudicataria, quali lavoratori volontari, senza in realtà aver mai sottoscritto alcuna richiesta di adesione, né alcuna dichiarazione di servizio volontario. Le persone offese, costituite parti civili al processo, sono state rappresentate e difese dagli avvocati Filippo Marciante e Michele Monteleone.
Gli imputati erano accusati anche del reato di violenza privata ai danni di alcuni assistenti bagnanti, per avere loro prospettato, dopo due settimane dall’inizio dell’attività, l’allontanamento dal posto di lavoro laddove gli stessi non avessero sottoscritto le rispettive dichiarazioni di servizio volontario. Rispetto a tale reato, entrambi gli imputati sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Gli imputati sono stati infine condannati in solido al risarcimento dei danni subiti dalle parti civili costituite, da quantificare in sede civile, oltre alla refusione delle spese di costituzione e difesa.