e che avrebbe fatto luce su appalti affidati ad amici e parenti. Al centro dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Agrigento, guidata da Giovanni Di Leo, ex amministratori, funzionari comunali e imprenditori accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pubblica amministrazione: concussione, peculato, abuso d’ufficio. Tra gli indagati l’ex sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, l’ex vicesindaco Salvatore Prestipino e i dirigenti comunali Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano, alla guida rispettivamente dell’Ufficio tecnico e del settore lavori pubblici e manutenzione. I carabinieri di Agrigento due anni fa avevano sequestrato gli atti al comune riguardanti una serie di appalti affidati nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021. Tra i più rilevanti quello per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa che era stato aggiudicato, ma pare solo sulla carta, ad una ditta di Messina. Secondo gli inquirenti, infatti, gli ex amministratori e i funzionari comunali attraverso condotte di costrizione, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazione di somme di denaro pubbliche avrebbero imposto all’impresa aggiudicataria di subappaltare i lavori ad imprese di amici e parenti. Secondo la Procura di Agrigento, tra le ditte beneficiarie vi sarebbero quelle di diversi familiari dell’ex sindaco Salvatore Martello: il fratello, due nipoti, la cognata e la moglie di un nipote. All’ex sindaco viene infatti contestato anche il reato di abuso d’ufficio (in concorso) per avere affidato direttamente tramite determine dirigenziali lavori di manutenzione all’impresa di cui è titolare il fratello, pur palesandosi una ipotesi di conflitto di interesse. Un terremoto giudiziario quello che si è abbattuto sul comune di Lampedusa. La Procura di Agrigento ha notificato la chiusura delle indagini e le ventisei persone coinvolte hanno adesso venti giorni per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati, prima dell’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.