ha confermato quanto già emerso nel primo pomeriggio di venerdì: non ci sono tracce di benzina o altro liquido infiammabile all'interno dell'abitazione di vicolo Avenia dove è stato trovato il cadavere carbonizzato di Maria Rus, 54 anni, una delle due donne romene uccise a Naro nella notte tra giovedì e venerdì scorso. Il "Nia" dei pompieri e l'unità cinofila "Aika" hanno ultimato i rilievi all'interno dell'appartamento e accertato che per appiccare le fiamme non è stato utilizzato alcun tipo di "accelerante". Confermato quindi il fatto che l'incendio sarebbe stato appiccato alla poltrona davanti la quale è stato trovato il corpo carbonizzato la donna.
Intanto la madre di Omar Edgar Nedelkov, il 24enne romeno fermato per il duplice omicidio e vilipendio di cadavere delle connazionali cinquantenni, avrebbe raccontato che il ragazzo si era cambiato i vestiti sporchi di sangue. Anche questo indizio, così come le dichiarazioni della fidanzata e del barista che hanno smentito la presenza del giovane in un bar di Naro quella notte, è stato fornito da carabinieri e pm al gip Iacopo Mazzullo dinanzi al quale l'indagato è rimasto in silenzio. Le telecamere all'esterno dell'abitazione di vicolo Avenia, dove è stata trovata carbonizzata Maria Rus, lo hanno inoltre immortalato mentre entrava e usciva dalla casa, riprendendolo con i pantaloni parzialmente slacciati mentre si allontanava per dirigersi - secondo l'accusa - in via Vinci dove viveva Delia Zarniscu. L'amico 50enne, con cui era a cena a casa di Delia, avrebbe riferito di avere capito quello che era successo e di avere fatto a botte con il 24enne quando gli avrebbe manifestato l'intenzione di chiamare i carabinieri.
Ma non è tutto. Nedelkov avrebbe anche provato a fornire un falso alibi a carabinieri e pm della Procura di Agrigento, ma è stato smentito. Il 24enne aveva riferito in prima battuta a investigatori e inquirenti d'essere stato "al bar con la fidanzata" nella notte giovedì e venerdì ossia quando sono state trucidate, nelle abitazioni del centro storico di Naro, le due donne. La fidanzata, sentita in caserma, avrebbe però rivelato che Omar le avrebbe chiesto di confermare la sua falsa versione. I carabinieri del comando provinciale di Agrigento, che conducono le indagini con il coordinamento del procuratore aggiunto Salvatore Vella e del pm Elettra Consoli, hanno fornito nel provvedimento di fermo anche questo indizio che adesso sarà valutato dal gip Iacopo Mazzullo chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di convalida del fermo e sulla custodia cautelare.