operati all'interno di quelle che gli inquirenti considerano le consorterie attive di Burgio, Lucca e Villafranca Sicula, sono state le indagini avviate quattro anni fa a seguito dell'omicidio di Vincenzo Corvo, l'agricoltore lucchese cinquantaduenne ucciso in contrada Villanova con un fucile da caccia. Fatto di sangue ufficialmente tuttora senza colpevoli. Tuttavia, nel corso di quegli accertamenti, gli investigatori si sono imbattuti in quella che definiscono "la piena operatività dell'associazione, documentando numerose riunioni finalizzate ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti, intervenendo sulle amministrazioni locali".
Per la Direzione distrettuale antimafia figura centrale dell'intera inchiesta è il sessantaquattrenne Salvatore Imbornone, considerato il reggente del mandamento mafioso di Lucca Sicula, con esercizio del comando anche sul territorio di Ribera. Personalità nota agli inquirenti sin dal 2007, a suo tempo coinvolto nell'operazione "Scacco matto", ad Imbornone nelle scorse ore è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Stesso provvedimento disposto anche nei confronti del favarese Francesco Caramazza, di 51 anni, del villafranchese Antonino Perricone, di 53 anni e del burgitano Alberto Provenzano, di 59 anni. Agli arresti domiciliari inoltre il boss di Burgio Giovanni Derelitto, 74 anni, vecchia conoscenza degli inquirenti, finito la prima volta nelle maglie della giustizia nel lontano 1984, all'interno dell'operazione "Santa Barbara", che dunque risale a 40 anni fa. Le altre persone coinvolte nell'inchiesta odierna della Dda sono Giuseppe Maurello, cinquantaquattrenne di Lucca Sicula, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e nei confronti del quale il Gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari, e Gabriele Mirabella, 38 anni, anche lui di Lucca Sicula, accusato di favoreggiamento, destinatario di misura dell'obbligo di dimora nel comune di residenza. Mirabella è consigliere comunale in carica, candidato a sindaco sconfitto alle elezioni amministrative del 2018. Contestualmente sono state eseguite varie perquisizioni personali e locali nei confronti di ulteriori soggetti indagati nel medesimo procedimento penale.
Imbornone è accusato in particolare di avere ordinato l’acquisizione della gestione, o comunque del controllo, delle attività economiche imprenditoriali e degli appalti pubblici nella zona, con l'obiettivo di rafforzare il prestigio e le capacità criminali della cosca attraverso il consolidamento dei rapporti con esponenti di altre province mafiose, in particolare con rappresentanti di rilievo di “cosa nostra” di Palermo. Sarebbero stati questi ultimi, per ragioni di territorio, ad intervenire per risolvere una controversia che interessava Giovanni Derelitto. Ma non è tutto: secondo l'antimafia i soggetti finiti sotto inchiesta hanno operato anche attraverso l’infiltrazione nelle istituzioni, con contatti con compiacenti esponenti delle amministrazioni locali. Nel mirino dell'organizzazione è finito in particolare il controllo sulle dinamiche imprenditoriali relative agli appalti pubblici. Gli investigatori hanno documentato quella che ritengono essere stata l’ingerenza della consorteria mafiosa in merito principalmente al completamento della rete fognaria di Ribera, affidata ad una ditta di Favara attraverso il coinvolgimento di Caramazza, ritenuto a tutti gli effetti un esponente della famiglia mafiosa di Favara, tra gli arrestati dell'operazione odierna. Ma non finisce qui: sono state documentate presunte ingerenze da parte della mafia anche in merito ai lavori di manutenzione della strada provinciale 32, ai lavori urgenti sulla strada di collegamento Bivio Imperatore – Ponte Pedano e ai lavori lungo il tratto stradale della Strada provinciale 47. Tutti cantieri che hanno riguardato i territori di Villafranca Sicula, Ribera, Lucca Sicula e Burgio.
L'operazione antimafia di oggi è stata condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento con il supporto dei colleghi ddi Caltanissetta e Reggio Calabria, dello Squadrone eliportato Cacciatori “Sicilia”, del Nucleo carabinieri cinofili di Nicolosi, del 9° Nucleo elicotteri di Palermo e delle Squadre operative di supporto del 12° Reggimento carabinieri “Sicilia”. I provvedimenti cautelari sono stati notificati tra Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Mazzarino e Marina di Gioiosa Jonica, nel Reggino. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del tribunale di Palermo su richiesta della Dda, agli ordini del procuratore capo della Repubblica di Palermo Maurizio De Lucia.