stesse modalità, ha evidenziato già ieri al nostro telegiornale il collega Franco Castaldo, direttore di Grandangolo. Volti noti, con diverse condanne scontate per precedenti operazioni antimafia, quelli al centro della nuova inchiesta della DDA sfociata ieri nei provvedimenti restrittivi eseguiti dai carabinieri e, soprattutto, lo stesso controllo sull’appalto delle opere pubbliche nella zona e il tentativo costante di infiltrazioni nella pubblica amministrazione. In questo caso l’interesse si è palesato sui lavori di completamento della rete fognaria di Ribera, appalto da 3 milioni di euro, piuttosto che sui lavori per la provinciale 32. Le modalità sono sempre le stesse, per potere lavorare le aziende che si aggiudicano le commesse devono “mettersi a posto” concedendo subappalti, assunzioni o acquistando materiale dalle ditte amiche.
Nulla di nuovo. E a evidenziarlo oggi è anche Ignazio Cutro’, l’imprenditore di Bivona che nel 2006 ha avuto il coraggio di denunciare le intimidazioni e pressioni subite e oggi è Presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia.
Ignazio Cutrò, con una lettera aperta, si è rivolto oggi agli imprenditori e commercianti di Lucca Sicula, Burgio, Ribera e Favara rinnovando un appello a denunciare e collaborate pienamente con la magistratura e le forze dell'ordine.
Queste persone, che si definiscono "uomini d'onore", ha scritto, non devono vivere con il frutto del vostro sudore, del vostro duro lavoro. Liberate i vostri paesi dalla tirannia mafiosa, spazzate via questa piaga dalla vostra vita e date ai vostri figli la possibilità di vivere liberamente perché insieme potete combattere, insieme possiamo farcela a sconfiggere cosa nostra, ha aggiunto il presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, ricordando che piegare la schiena di un fronte ai mafiosi corrisponde a dargli le chiavi di casa nostra e permettergli di fare quello che vogliono.