accusati di avere aiutato Matteo Messina Denaro durante gli anni della latitanza. In manette sono finiti: l’architetto Massimo Gentile di 51 anni e il tecnico di radiologia Cosimo Leone di 56 anni, entrambi per associazione mafiosa, e Leonardo Gulotta 31 anni operaio agricolo per concorso esterno.
L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova e rappresenta un ulteriore tassello in quella che, dopo l’arresto del boss, è la lunga attività investigativa portata avanti per scoprire la rete delle connivenze che ha consentito a Matteo Messina Denaro di vivere nella propria terra, acquistare auto, effettuare operazioni bancarie, ma anche di curarsi dopo la scoperta del tumore al colon, avvenuta nel novembre del 2020.
L’architetto Massimo Gentile vive e lavora al comune di Limbiate, in provincia di Monza, ma è originario di Campobello di Mazara ed è parente di Salvatore Gentile, l’ergastolato marito della maestra Laura Bonafede amante storica di Matteo Messina Denaro. Secondo l’accusa l’architetto avrebbe ceduto la sua identità al boss latitante in più occasioni dal 2007 al 2017, consentendogli di acquistare una Fiat 500, ma anche una moto Bmw e di effettuare le necessarie operazioni bancarie, oltre alla stipula delle assicurazioni. Si inquadra invece nel contesto delle cure necessarie al boss dopo l’accertamento della malattia, l’arresto del tecnico radiologo Cosimo Leone, cognato di Gentile, accusato di avere garantito una tac urgente al torace e all’addome a Matteo Messina Denaro all’ospedale “Abete Ajello” di Mazara del Vallo, dove il latitante venne anche operato per il tumore al colon, facendogli successivamente recapitare copia del cd da utilizzare per successivi controlli. Sempre il tecnico radiologo gli avrebbe consegnato un telefono cellulare da utilizzare durante i giorni di degenza all’ospedale di Mazara del Vallo e sarebbe stato punto di riferimento per il boss durante la permanenza nella struttura . Dall’inchiesta della DDA emerge, peraltro, come Matteo Messina Denaro abbia potuto usufruire di cure tempestive: il 3 novembre la scoperta del tumore a seguito di una colonscopia, il 6 novembre la visita chirurgica, il 9 novembre il ricovero per l’operazione, con tutti gli accertamenti diagnostici necessari eseguiti in tempi record.
L’accusa nei confronti della terza persona arrestata questa mattina, Leonardo Gulotta, è quella di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe messo a disposizione di Messina Denaro la propria utenza telefonica per gestire le comunicazione con il rivenditore della Fiat 500 acquistata dal latitante e stipulare le assicurazioni per l’auto e una moto che erano stati intestati a Gentile.
Dalla cattura di Matteo Messina Denaro, avvenuta alla clinica la Maddalena il 16 gennaio del 2023, sono 14 le persone arrestate con l’accusa di avere aiutato il boss durante la latitanza.