con un colpo di pistola all’interno del suo studio a Favara, era capace di intendere e volere. È quanto emerge dalla perizia eseguita da un pool di psichiatri nominato dalla Corte di Assise di Agrigento per fare luce sulle condizioni dell’imputato. Gli specialisti, che hanno consegnato la relazione alle parti, compariranno in aula il prossimo 6 giugno. Per i tre psichiatri, dunque, il bidello favarese non avrebbe nessun vizio di mente. A disporre la super perizia è stato il presidente della Corte di Assise Giuseppe Miceli, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Elenia Manno e dei difensori di parte civile, gli avvocati Giuseppe Barba, Nicola Grillo e Vincenzo Caponnetto, legali dei familiari e dell'Ordine dei medici. La difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Santo Lucia e Sergio Baldacchino, ha sempre sostenuto invece l’incapacità di intendere e volere dell'imputato. Il delitto del cardiologo è avvenuto all’interno dell'ambulatorio del medico, nel centro di Favara, dove il bidello si è presentato senza appuntamento, esplodendo un solo colpo, letale, di pistola calibro 7.65. Alla base dell'omicidio, che ha sconvolto l’intera comunità di Favara, il mancato rilascio di un certificato medico indispensabile per ottenere il rinnovo della patente di guida.