condanne inflitte, con rito ordinario, dal Tribunale di Marsala a quattro dei sei imputati che, coinvolti nell'operazione antimafia “Ermes 3”, erano accusati di essere stati, per un periodo, i postini e favoreggiatori dell'allora latitante Matteo Messina Denaro. La pena più severa, 18 anni di reclusione, è stata inflitta a Giovanni Onofrio Beltrallo, di 57 anni, mentre a 15 anni è stato condannato Melchiorre Vivona, di 67. Nove anni e 4 mesi, invece, per Antonino Stella, 77 anni, e otto anni per Leonarda Furnari, di 40. I quattro condannati sono tutti di Castelvetrano e Marsala.
Vincenzo La Cascia, invece, insieme a Leonarda Furnari, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di tentata estorsione, mentre per Domenico Salvatore Zerilli, di 54 anni, il Tribunale ha sentenziato il “non doversi procedere” per prescrizione. Le accuse hanno sostanzialmente retto posto che il pm Di Leo aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati per 76 anni complessivi di reclusione. Inizialmente pure il boss Matteo Messina Denaro era uno degli imputati di questo processo. Il blitz, operato 4 anni fa, portò anche alla perquisizione dell'abitazione della madre dell'ex latitante, oggi deceduto. “Ermes 3” è stata una delle ultime operazioni della DDA di Palermo prima di giungere all'arresto del noto padrino castelvetranese. Gli altri indagati di “Ermes 3”, a suo tempo, avevano scelto il rito abbreviato con il loro processo che è adesso giunto in Cassazione.
La Suprema Corte ha annullato quattro delle sei condanne inflitte in Appello, mentre due delle quattro condanne sono state annullate con “rinvio” per la rideterminazione della pena. I soggetti, in questo caso, erano tutti di Mazara del Vallo e Campobello di Mazara, comune dove, poi, si scoprì viveva da qualche tempo l'ex latitante.