del boss mafioso Matteo Messina Denaro, deceduto qualche mese fa. La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo sta effettuando, in queste ore, alcune perquisizioni all'interno di un complesso residenziale di Mazara del Vallo, ironia della sorte proprio in via Castelvetrano, dove, si ipotizza, l'ex primula rossa di Cosa Nostra possa avere avuto nella sua disponibilità un altro covo in cui avrebbe trascorso parte della sua lunga latitanza.
Gli inquirenti sarebbero risaliti a questo luogo dopo aver mappato gli ultimi spostamenti di Messina Denaro, anche nei mesi antecedenti al suo arresto. Non si esclude, dunque, che a Mazara del Vallo l'ex capomafia avrebbe avuto a disposizione un immobile, un residence oppure un garage in cui alloggiare con ovvie ricadute su ulteriori eventuali fiancheggiatori.
Le perquisizioni sono portate avanti dalla polizia e dai carabinieri del Ros. L'immobile in questione non sarebbe stato ancora individuato con precisione, ma gli inquirenti stanno passando al setaccio tutti gli accessi di un gruppo di abitazioni, posto in una zona molto trafficata e piena di negozi, e a pochi passi dal lungomare di Mazara del Vallo e dalla caserma dei carabinieri sita in via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Un luogo che sembra certificare come il boss fosse sicuro di sé e non si nascondesse affatto. Al momento del suo arresto, a Campobello di Mazara, vennero rinvenute diverse chiavi: si starebbe provando se, qualcuna di queste, possa aprire gli accessi di uno o più di questi immobili a Mazara del Vallo. Si starebbero provando anche alcune chiavi sospette che erano nella disponibilità degli ultimi suoi più stretti fiancheggiatori.
A quanto pare una di queste chiavi aprirebbe il cancello attraverso cui si accede al grande complesso residenziale. A portare i magistrati verso questa zona di Mazara del Vallo sarebbe stato un video che immortalerebbe uno degli incontri di Matteo Messina Denaro con la sua vivandiera ed amante Lorena Lancieri, detenuta e già condannata a 13 anni per mafia. L'auspicio degli investigatori è che l'immobile non sia stato per Messina Denaro soltanto un luogo dove appartarsi, ma che custodisca pure elementi rilevanti per le indagini.
Oltre a provare ad individuare altri covi, le indagini, coordinate dal magistrato Maurizio De Lucia, sarebbero volte al rinvenimento di computer, tablet e documenti che potrebbero raccontare di più sulla latitanza e sui loschi affari del boss di Castelvetrano. Anche se post mortem, a tradire il capomafia potrebbe essere stata, ancora una volta, la sua risaputa passione per le donne.