Ha anche un tumore all'ipofis, dobbiamo aspettare per forza che muoia"? Parla così oggi al nostro Telegiornale Nino Montalbano, papà di un ragazzo di 23 anni che si trova in carcere, tuttora sottoposto ad una detenzione cautelare per una vicenda che lo vede accusato di tentato omicidio. Si tratta di un giovane gravemente ammalato, affetto da diverse patologie, a partire dalla Sindrome di Cushing, che genera diverse anomalie cliniche, causandogli tra le altre cose anche una riduzione del tessuto muscolare ed osseo.
Altri problemi riguardano questo giovane, anche di tipo mentale, essendo affetto anche da psicosi ossessiva grave. Tutte patologie che riducono le difese immunitarie del giovane e che gli sono state regolarmente diagnosticate da medici e cliniche rinomate, tra cui il Niguarda di Milano. La famiglia, sulla base di questi pareri scientifici, ritiene che la detenzione sia incompatibile con lo stato di salute del ragazzo, perché i piani terapeutici, che comprendono anche un'alimentazione specifica, in cella non gli possono essere somministrati. E di conseguenza la famiglia del giovane contesta il no opposto alla richiesta di concedere al figlio una misura cautelare meno afflittiva, come potrebbero essere gli arresti domiciliari. Questa vicenda si inserisce nel dibattito in corso sull'escalation di suicidi in carcere. Prima che a Sciacca il giovane era rinchiuso al Pagliarelli di Palermo. Ad interessarsi della sua vicenda è stato anche il garante dei detenuti Pino Apprendi.