accusato del tentato omicidio di un ventitreenne avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Joppolo Giancaxio. Il giudice ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Il ventinovenne lascia così il carcere di Agrigento dopo tre giorni. Accolta, dunque, la richiesta del sostituto procuratore Gaspare Bentivegna che coordina le indagini. Russo è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di arma. Nella notte tra sabato e domenica, ha esploso un colpo di pistola calibro 44 all’indirizzo del 23enne, colpito sotto la clavicola, subendo la lesione di un polmone e del midollo spinale. È stato un conoscente a soccorrerlo e ad accompagnarlo alla guardia medica prima del trasferimento all’ospedale di Agrigento e poi al Villa Sofia di Palermo. All’origine della lite, ricostruita anche grazie alla testimonianza dello stesso gruppo di amici, ci sarebbe stata la sottrazione-danneggiamento di un telefono di un cugino disabile di Russo. Quest’ultimo, dopo essersi armato, ha sparato al 23enne per poi allontanarsi e trovare rifugio in una casa di campagna. L’arma, con matricola abrasa, è stata gettata in un campo. È stato lo stesso Russo, fermato dai carabinieri in auto lungo la strada provinciale 18, a far rinvenire la pistola e i vestiti indossati quella notte. Ieri, durante l’interrogatorio di garanzia, il ventinovenne ha cercato di chiarire la sua posizione affermando di avere sparato per reazione, non per uccidere, dichiarando di aver difeso il cugino disabile, preso di mira dalla vittima in più occasioni negli ultimi mesi con denigrazioni, furti e danneggiamenti. Il commerciante ha fornito la sua versione di quanto avvenuto sabato notte e cioè di essere stato colpito alla testa, di aver perso gli occhiali da vista e di aver sparato soltanto uno dei due colpi in canna non appena vista una sagoma sfuocata. Come si diceva, nei suoi confronti è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico.