avvenuto a Cattolica Eraclea un anno e mezzo fa, la Procura ha disposto altri accertamenti: si va infatti a caccia di impronte e nuove tracce per imprimere una svolta alle indagini. Nuovi accertamenti, che dovrebbero eseguiti oggi, riguardanti gli oggetti contundenti che sarebbero stati utilizzati per uccidere Miceli, il marmista di 67 anni trovato cadavere il 7 dicembre 2016 a Cattolica Eraclea.
Gli accertamenti sono stati richiesti dalla difesa e riguarderanno un booster e un piatto di marmo, ritenuti dagli investigatori gli oggetti con i quali sarebbe stato compiuto l’assassinio. In sostanza si va a caccia di eventuali impronte e di nuove tracce che possano portare a scagionare l’accusato, ossia Gaetano Sciortino, 53 anni, anche lui di Cattolica Eraclea, al momento l'unico indagato per il delitto, che nelle settimane passate è stato sottoposto ad un esame antropologico.
Ad effettuarlo, il biologo universitario Gregorio Sedita, nominato dalla famiglia dell’accusato, che ha compiuto un “particolare” accertamento sul piede del 53enne, recluso nel carcere di Agrigento da alcuni mesi dopo che le indagini della Procura della Repubblica lo hanno indicato come responsabile dell’assassinio del marmista cattolicese. L’esame antropometrico è stato effettuato per verificare l’esatta misurazione del piede ed effettuare il confronto con quanto rilevato dai carabinieri che rinvennero la scarpa. Le indagini, durate oltre un anno e mezzo, hanno subito una decisiva accelerata lo scorso autunno, ad ottobre, grazie alle analisi dei Ris di Messina su una scarpa ritrovata in un’area rurale appartenente, secondo l’accusa, a Sciortino che – a seguito di un confronto con le impronte ritrovate sulla scena del crimine – non avrebbero lasciato alcun dubbio. Sono state alcune “imperfezioni” proprio sull’impronta lasciata da Sciortino a rendere “unica” quella prova.
Inoltre vi sarebbe anche il ritrovamento di una scarpa utilizzata dal presunto assassino che Sciortino, intercettato col gps, avrebbe tentato di far sparire non riuscendovi. Una scarpa numero 43 (lo stesso numero calzato dall’accusato). Indizi e adesso i nuovi accertamenti per trovare la quadra per un fatto drammatico che ha sconvolto la comunità di Cattolica Eraclea.