da scontare in una residenza sanitaria che accoglie gli autori di delitti efferati affetti da disturbi mentali. La Corte di Assise di Agrigento, presieduta dal giudice Giuseppe Miceli, ha condannato Salvatore Gioacchino Sedita, il trentaquattrenne che lo scorso anno uccise con quasi cinquanta coltellate padre e madre nell’appartamento che condividevano a Racalmuto. I giudici hanno riconosciuto all’imputato un vizio parziale di mente e concesso anche le attenuanti generiche. Il pm Elenia Manno, a margine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a 30 anni di reclusione. La sentenza è stata emessa poco dopo le 14. Lo stesso Sedita, che ha atteso la lettura del dispositivo, ha voluto rendere dichiarazioni spontanee ai giudici questa mattina. L’uomo, in una ricostruzione a tratti delirante, ha confermato di aver ucciso padre e madre ribadendo che gli stessi però non fossero in realtà i suoi reali genitori e ha aggiunto, infine, di essere stato anche in Thailandia dove veniva chiamato con alcuni particolari appellativi. Le sorelle dell’imputato si sono costituite parte civile rappresentat dagli avvocati Giuseppe Barba, Giuseppe Zucchetto e Giuseppe Contato.