Era accusato di intestazione fittizia di beni. Nel 2018 era stato coinvolto in un'indagine della Guardia di finanza, secondo cui la disponibilità di beni di rilevante valore (uno yacht e una villa) non erano coerenti con i suoi redditi. Per l'accusa si sarebbe avvalso di una prestanome.
La procura aveva chiesto la condanna di Catanzaro a cinque anni.
Il suo legale, l'avvocato Aldo Rossi, ha invece evidenziato che l'accusa a carico del suo assistito non è mai stata comprovata, eccependo che l'ipotesi di reato prevede, per la sua realizzazione, la prova del concorso col presunto intestatario fittizio in merito all’attività simulatoria finalizzata all’applicazione del sequestro dei beni.
E il tribunale, accogliendo la tesi della difesa , ha assolto Catanzaro perché il fatto sussiste.