si sono concentrate le attenzioni di inquirenti ed investigatori circa la presunta responsabilità di avere avvelenato i cani randagi di contrada Muciare. La procura della Repubblica di Sciacca, infatti, ritiene di avere acquisito elementi significativi su un loro possibile coinvolgimento. Al momento non trapelano altri elementi, il riserbo è massimo. Non si sa ancora, ad esempio, se questi due soggetti siano ufficialmente indagati o meno, né come si sia giunti alla loro identificazione, giunta al culmine di una raffica di interrogatori, perquisizioni ed esame delle immagini girate dagli impianti di videosorveglianza nella zona di Muciare. Insomma: gli accertamenti sono tuttora in corso. Evidentemente al palazzo di giustizia non si esclude di aver compiuto un importante passo in avanti, ma si preferisce operare sulla linea della prudenza. Una vicenda che, dunque, continua ad essere sotto i riflettori. La manifestazione animalista di domenica scorsa continua a far discutere, soprattutto sui social. Ieri intanto il presidente della Regione Musumeci ha convocato a Palazzo d'Orleans un incontro con le associazioni animaliste. “Il canile deve essere una tappa, l’adozione, invece, la meta”. Così il capo del governo, che ha presieduto l'incontro con, a fianco, l'assessore alla Salute Ruggero Razza e alla presenza dei vertici dei Servizi veterinari. È venuto fuori come la legge tuttora vigente, risalente a diciotto anni fai, sia ancora adeguata malgrado la necessità di qualche miglioria da apportare. Musumeci ha riconosciuto che alla tematica non è stata assegnata la giusta importanza. “Già nei prossimi giorni - ha annunciato l’assessore Razza - verrà inviato un atto di indirizzo per richiamare le nove Asp a un comportamento uniforme in tutte le Province. Chiederemo ai canili anche un maggiore rispetto degli orari, che possa consentire alle associazioni animaliste, iscritte all’albo regionale, verifiche sulla sistemazione e il mantenimento degli animali, oltre che controlli sui rifugi nei quali sono portati. Molte delle proposte avanzate non necessitano di impegni di spesa, quindi sarà molto più semplice darvi esecuzione”.
Ma l'incontro di ieri di Musumeci ha generato polemiche. Già in mattinata al nostro Telegiornale Francesca Valenti si era lamentata per il mancato coinvolgimento dei sindaci. A farle eco, nel pomeriggio, è stato il parlamentare regionale del Pd Michele Catanzaro, che si è detto perplesso per la mancata convocazione degli amministratori comunali. “Se Musumeci non avesse voluto invitare i sindaci, considerata la gravità del fenomeno in tutta la Sicilia, il governatore avrebbe potuto coinvolgere almeno l'Anci”, ha detto Catanzaro. Aggiungendo di avere la sensazione, “piuttosto deprimente che il capo del Governo della Regione abbia preferito ridurre tutto in politica, dando ascolto solo alle rivendicazioni delle associazioni, lasciando agli amministratori comunali, già in trincea per tante ragioni, il difficile ruolo di parafulmine di accuse, insulti e minacce, così come accaduto nei confronti del sindaco di Sciacca, città letteralmente aggredita sui social network”. A giudizio del parlamentare regionale del Partito Democratico i comuni sono stati lasciati da soli. “Se il piano è quello di dotare la Regione di una nuova e più adeguata normativa, noi faremo la nostra parte. Non dimenticando, però – conclude Catanzaro – che i comuni hanno bisogno di strumenti e di risorse specifiche. Altrimenti i sindaci continueranno a essere additati come responsabili quando, invece, la responsabilità sarà stata di qualcun altro”.