A soccorrere il barchino partito da Sfax, in Tunisia, il giorno dell'Immacolata è stato l'equipaggio del veliero Trotamar III che ha fatto sbarcare la piccola, all'alba, al molo commerciale dell'isola. La piccola migrante, da quello che i soccorritori sono riusciti a capire, è originaria della Sierra Leone. Sarebbe l'unica sopravvissuta del naufragio di una barca in metallo verificatosi tre giorni fa. A bordo della barca, secondo il racconto fatto dalla bambina ai soccorritori, si trovavano altre 44 persone ora date per disperse. La barca sarebbe affondata a causa di una tempesta. La piccola, unica sopravvissuta, è stata recuperata in mare dal veliero della ong Compass collective, che era in zona per un altro intervento, alle 3.20 della notte. La naufraga si teneva a galla grazie a una camera d'aria e a un giubbotto di salvataggio. E' giunta a Lampedusa alle 6. "Siamo partiti 4 o 5 giorni fa da Sfax. Eravamo 45. Tre giorni fa, pioggia, vento e la barca è affondata. Tutti siamo finiti in mare. Vicino a me sono rimasti due ragazzi, poi dopo 2 giorni non li ho più visti, il mare li ha allontanati". E' stata questa la sommaria ricostruzione fatta dalla bambina a medici e i mediatori culturali a Lampedusa, del naufragio di una barca in metallo di cui sarebbe l'unica superstite.
"Ho parlato con lei, era tranquilla. Mi ha ringraziato. Ad alcuni medici del poliambulatorio ha raccontato che viaggiava con lei, in quella barca, anche il fratello, che pero risulta disperso insieme agli altri 44 migranti”. Così il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, il dottore Francesco D’Arca, all’ANSA, in merito alla bambina sopravvissuta al naufragio e salvata dal veliero Trotamar III.
“Le sue condizioni generali di salute sono buone. La bambina ha lasciato il Poliambulatorio e sta raggiungendo l’hotspot dell’isola. Ha effettuato un colloquio psicologico” conclude D’Arca.