diramate nelle ore immediatamente successive alla gravissima intimidazione all'onorevole Cambiano, è stata quella dell’Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano. Per il quale "quanto accaduto è un pesante tentativo di minare e destabilizzare l’opera di servizio al bene comune". Non è secondario l'invito del prelato alla comunità ecclesiale di Licata e a tutte le persone di buona volontà, ad opporsi ad ogni forma di violenza e sostenere con coraggio e determinazione chi si spende per il bene della comunità.
La vicenda è ormai nota in tutta Italia, e scaturisce dai quattro colpi di pistola che sono stati esplosi a Licata contro la vetrata della segreteria del deputato regionale siciliano del Movimento Cinque Stelle. Ma Cambiano è stato anche ex sindaco della città dell'Agrigentino. In via Palmiero Serrovira ieri hanno lavorato i poliziotti del commissariato cittadino, gli agenti della squadra mobile di Agrigento e la scientifica, che hanno sequestrato le quattro ogive, testimonianza dell'accaduto. L'indagine è in corso, gli investigatori stanno sentendo tutte le persone che possono avere visto o sentito qualcosa e sono anche alla ricerca di possibili filmati girati eventualmente da qualche telecamera di videosorveglianza presente in zona.
Non è il primo atto intimidatorio che ha Cambiano come obiettivo. Il più grave quello del 2016, quando era primo cittadino di Licata. In quel caso gli fu incendiata la casa di campagna. Da primo cittadino, Angelo Cambiano aveva improntato tutto il suo mandato nella lotta contro l'abusivismo edilizio. Nel 2017 fu defenestrato dal suo ruolo di sindaco a seguito di una mozione di sfiducia approvata dal consiglio comunale. Nel 2022 la sua elezione all'Ars, nel Movimento 5 Stelle, che nella diaspora interna tra Conte e Grillo lo ha visto schierarsi con l'ex presidente del Consiglio.
E Giuseppe Conte è intervenuto, rivolgendosi a Cambiano gli ha detto: "Caro Angelo, il Movimento 5 Stelle è al tuo fianco, non abbasseremo mai la testa. In ogni angolo del Paese". Anche i deputati e senatori siciliani del M5S si dichiarano "vicini al deputato regionale", evidenziando come sia fondamentale che la società e le istituzioni si stringano attorno a lui. "L’impegno di Angelo per la legalità - dicono i parlamentari nazionali pentastellati - è un esempio per tutti, e simili atti non devono né rallentare né fermare chi combatte per il bene comune. Uniti e determinati, continueremo a difendere chi come Angelo lotta con coraggio per un futuro migliore. La nostra solidarietà va a lui e alla sua famiglia."
Solidarietà a Cambiano dai vertici della Regione Siciliana. Ferma condanna per l'atto criminale è stata dichiarata dal governatore Renato Schifani, che ha auspicato anche che le indagini facciano quanto prima piena luce sui responsabili di un gesto vile che non condizionerà in alcun modo il lavoro svolto dal deputato nel Parlamento regionale e sul territorio. Personale vicinanza e quella di tutto il Parlamento ad Angelo Cambiano anche da parte del presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, per il quale queste intimidazioni non faranno mai breccia, anzi troveranno la ferma opposizione delle Istituzioni e l’indignazione della società civile". Solidarietà al deputato anche dai suoi colleghidi Sala d'Ercole e, tra gli altri, dai capigruppo del Pd e della Dc Michele Catanzaro e Carmelo Pace.