eolico Vito Nicastri tra le 12 persone finite in manette stanotte con l'accusa di aver favorito la latitanza del numero 1 di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. Nicastri, nome di primissimo piano delle energie rinnovabili in Sicilia, negli anni scorsi ha subito uno dei maggiori sequestri di beni della storia, per circa 1,3 miliardi di euro. A gettare ombre sull'origine del suo successo economico sono stati alcuni collaboratori di giustizia, tra cui il pentito Lorenzo Cimarosa, oggi deceduto.
Nicastri, stando ai pentiti, avrebbe consegnato, per il tramite di alcuni gregari, una borsa piena di soldi al latitante per sostenerne la fuga. Le indagini hanno consentito di individuare i capi delle famiglie mafiose di Vita e Salemi e di assicurare alla giustizia diversi gregari. Gli arrestati sarebbero riusciti, attraverso società di fatto riconducibili all'organizzazione mafiosa ma intestate a terzi, a realizzare notevoli investimenti in colture innovative per la produzione di legname nonché in attività di ristorazione.
L'attività d'indagine ha consentito di accertare che parte del denaro derivante dagli investimenti sarebbe stata destinata, dai vertici di Cosa nostra trapanese, al mantenimento proprio di Matteo Messina Denaro, in fuga da 25 anni. Contestualmente sono stati posti sotto sequestro tre aziende, comprensive dell'intero patrimonio immobiliare nonché dei relativi mezzi d'opera, intestate a terzi ma ritenute riconducibili all'organizzazione criminale. Si tratta di un duro colpo alla rete di fiancheggiatori del boss. La vasta operazione ha visto impegnati oltre 100 uomini della Direzione Investigativa Antimafia, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e del Raggruppamento Operativo Speciale.
Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, favoreggiamento e fittizia intestazione di beni, tutti aggravati da modalità mafiose. Già nel 2014 era emerso che le famiglie mafiose di Vita e Salemi erano tra le più attive sul territorio trapanese e le più vicine al padrino di Castelvetrano. Tra gli arrestati volti noti alle forze dell'ordine ed eredi di famiglie vicine alla criminalità organizzata.