Febbraio
Operazione antimafia 'Passepartout', assolto Massimo Mandracchia
Scritto da Massimo D'Antoni Pubblicato in Cronaca
Ribaltando la sentenza di primo grado del tribunale di Sciacca,
che aveva pronunciato una condanna a 3 anni e mezzo di reclusione, la Corte d'appello di Palermo ha assolto Massimo Mandracchia, commerciante di 50 anni. Era accusato di favoreggiamento in associazione mafiosa. Era stato arrestato nell'ambito dell'operazione antimafia "Passepartout", che aveva visto coinvolti Antonello Nicosia ed Accursio Dimino, accusati e condannati in via definitiva per associazione mafiosa e per avere ricostituito la consorteria locale. Titolare di un'attività di frutta e verdura, Mandracchia era stato originariamente accusato di avere favorito i contatti telefonici tra Accursio Dimino, considerato dagli inquirenti il capomafia di Sciacca, e un presunto boss della mafia americana.
Con gli avvocati Antonello Palagonia e Calogero Lanzarone, la difesa di Mandracchia aveva sempre sostenuto che il loro assistito fosse completamente estraneo ai fatti contestati e per questo motivo avevano deciso di affrontare il giudizio ordinario anziché optare per il giudizio abbreviato, cosa a cui invece avevano fatto ricorso tutti gli altri soggetti coinvolti nell’operazione antimafia. Anche attraverso indagini difensive, esami di testi e produzione documentale, i legali hanno dimostrato che Mandracchia si era prestato a fare da tramite tra i due soggetti senza essere a conoscenza del contenuto delle comunicazioni, e di avere saltuariamente messo a disposizione il proprio cellulare perché quello di Dimino era di vecchia generazione e non consentiva di effettuare le chiamate in America con whatsapp. Anche secondo la corte d'appello, Mandracchia sapeva soltanto della ricerca di un lavoro in America di Accursio Dimino.
Mandracchia era accusato anche di avere veicolato un “pizzino”, proveniente dall’America, consegnandolo a Dimino. Il tutto ripreso da una telecamera piazzata durante le indagini che inquadrava anche l’area del negozio di frutta di Mandracchia. La difesa, con gli avvocati Palagonia e Lanzarone, aveva dimostrato che nessun pizzino era stato passato e/o consegnato dal Mandracchia.