guidati dal generale Domenico Napolitano, nei confronti della maestra Laura Bonafede, la storica compagna di Matteo Messina Denaro, e del cugino della donna, il geometra Andrea Bonafede che prestò la propria carta di identità all’allora latitante. I due decreti di sequestro, emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani, sono stati notificati questa mattina. Fanno seguito ai procedimenti di prevenzione avviati su delega della DDA diretta dal procuratore Maurizio De Lucia, dopo la cattura di Messina Denaro avvenuta il 16 gennaio del 2023 alla clinica La Maddalena di Palermo.
Gli accertamenti sono stati finalizzati a ricostruire le ricchezze di Laura ed Andrea Bonafede e dei loro nuclei familiari e a tracciare possibili flussi di denaro diretti a finanziare la latitanza del boss di Castelvetrano.
Le indagini hanno accertato la concreta attività di sostegno assicurata da entrambi a Messina Denaro e hanno messo in luce il ruolo fondamentale esercitato dalla maestra e dal geometra per garantire al "boss" quella rete di protezione indispensabile per poter continuare ad agire in condizioni di clandestinità.
La sezione misure di prevenzione ha disposto il sequestro di 8 immobili (appartamenti e terreni), a Campobello di Mazara, Castelvetrano e Palermo; 13 rapporti bancari ed 1 veicolo, per un valore complessivo stimato in circa 1,4 milioni di euro.
Laura Bonafede, 57 anni, era stata arrestata il 13 aprile del 2023 e condannata, il 5 novembre dlelo scorso anno a 11 anni e 9 mesi. Figlia dello storico capomafia di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, secondo l’accusa era legata a Matteo Messina Denaro e con lui aveva condiviso periodi della sua latitanza, assieme alla figlia della donna Martina Gentile, anche lei recentemente condannata a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento. Andrea Bonafede, 62 anni, geometra di Campobello di Mazara è stato condannato a 14 anni in primo grado. Oltre a prestare la propria identità era a completa disposizione del boss e si era adoperato sia per l’acquisto dell’appartamento nel quale Messina Denaro ha vissuto fino al giorno dell’arresto e sia dell’auto che utilizzava.