Messina Denaro e alla rete che lo proteggerebbe. Già dalle prime ore dell'alba, carabinieri, polizia e Dia hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla procura distrettuale di Palermo, nei confronti di 21 affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, tutti indagati per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalle modalità mafiose. Il tentativo è sempre quello di colpire la rete strutturale ed economica che ruota attorno alla latitanza del super boss.
L'operazione di polizia, carabinieri e Dia avrebbe confermato non solo il ruolo centrale del boss di Cosa Nostra, ma anche individuato i componenti della sua famiglia che avrebbero mantenuto la reggenza del clan castelvetranese. Le indagini avrebbero consentito di individuare una vera e propria rete per lo smistamento dei “pizzini”, con i quali il latitante impartiva le disposizioni ai suoi sodali. In manette sono finiti due cognati di Messina Denaro: Gaspare Como e Rosario Allegra, mariti di Bice e Giovanna, due sorelle del latitante. Allegra si sarebbe occupato della parte finanziaria della latitanza, Como di quella organizzativa. A sostentare il clan di Castelvetrano le scommesse on line con un imprenditore di Trapani finito in manette. Legami di sangue, dunque, dove i vincoli mafiosi vanno a coincidere con quelli familiari.
Le intercettazioni, utilizzate a supporto dell'operazione denominata Anno zero, avrebbero confermato da un lato la presenza del latitante in Sicilia nel 2015 e dall'altro la venerazione nei suoi riguardi. Uno dei fermati metteva sullo stesso piano Padre Pio ed i Messina Denaro, mentre altri due arrestati, riferendosi al caso del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso e sciolto nell'acido a 15 anni dopo 2 anni di prigionia, parlando tra di loro, e riferendosi al padre Santino, pentito e grande accusatore di Brusca, dicevano “il bambino è giusto che non si tocca... però aspetta un minuto … a due giorni lo potevano sciogliere... settecento giorni sono passati, sono due anni... tu perché non ritrattavi tutte cose? se tenevi a tuo figlio... allora sei tu che non ci tenevi... allora hanno fatto bene” ad ammazzarlo.
Un mese fa c'erano stati altri dodici arresti di esponenti delle famiglie di Vita e Salemi.