aggrava la posizione giudiziaria di Gaetano Agozzino, l'anziano settantenne che da alcune settimane è agli arresti domiciliari. Non più lesioni colpose gravissime, l'accusa a suo carico mossagli dal procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, ma omicidio stradale. Ferma restando la contestazione del reato di resistenza a pubblico ufficiale, accusa questa scaturita dalla decisione di Agozzino di forzare le transenne malgrado gli addetti dell'Anas avessero cercato di fermarlo.
Leo D'Amico, originario di Sambuca di Sicilia, è morto ieri mattina, ventiquattro giorni dopo lo schianto di località Maddalusa. Vicenda che costrinse gli organizzatori della gara ciclistica a modificare il percorso, eliminando questo tratto dal tracciato a suo tempo stabilito. D'Amico è deceduto all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta, dove si trovava ricoverato dal giorno dell'incidente. Incidente che gli aveva causato la frattura di dodici costole e un grosso trauma cranico. Due gli interventi chirurigici ai quali era stato sottoposto, poi da allora è stato tenuto in coma farmacologico. Ieri le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate. Decisamente troppo gravi le ferite subite. Una vicenda che ha macchiato la festa dello sport che il ritorno da queste parti del Giro d'Italia aveva generato. C'è costernazione a Sambuca di Sicilia, cittadina di Leo D'Amico. Leo Ciaccio, sindaco del comune sambucese. I funerali di Leo D'Amico dovrebbero tenersi domani alla Chiesa della Madonna dell'Udienza di Sambuca di Sicilia. Una conferma in tal senso è attesa per le prossime ore. Una vicenda drammatica, che scaturisce dalla sottovalutazione di un rischio, per il quale l'anziano Gaetano Agozzino ha già manifestato il proprio pentimento.