Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara. Sono queste le zone in cui le forze dell'ordine stanno eseguendo tutta una serie di perquisizioni con l'obiettivo di colpire la rete di fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro e trovare eventuali tracce del suo passaggio. Ci sarebbero già 17 indagati, tra cui soggetti da sempre vicini alla famiglia del latitante e coinvolti in altre indagini antimafia, ma nessun arresto.
L'operazione è condotta dalla Polizia e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Si tratterebbe di soggetti che, nel corso degli anni, sono stati arrestati per associazione mafiosa e che hanno avuto collegamenti e frequentazioni con appartenenti a "Cosa nostra". 30 pattuglie, elicotteri e centocinquanta uomini hanno perquisito edifici, abitazioni, terreni, attività commerciali e imprenditoriali.
Gli investigatori stanno utilizzando anche attrezzature speciali per verificare l'esistenza di cavità, bunker o nascondigli all'interno degli edifici. Qualcosa sarebbe stato già trovato. Secondo fonti investigative, al momento non confermate, sarebbe stato individuato una sorta di bunker che potrebbe essere stato utilizzato in passato dal boss latitante.
Dell'operazione che ha messo a soqquadro stamattina parte del Belice si sa poco se non che le ricerche si stanno concentrando nell'ultimo periodo proprio in quell'area. Si tratta, infatti, del terzo blitz nella zona dopo quello dello scorso aprile che aveva portato in carcere 21 presunti gregari del boss e dopo quello dello scorso dicembre con altri 30 presunti mafiosi iscritti nel registro degli indagati dal pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Guido.