luglio il processo, con rito abbreviato, a carico di Giuseppina Ventura, 30enne di Lucca Sicula, accusata di estorsione e circonvenzione d'incapace. Secondo l'accusa, la donna, da due mesi agli arresti domiciliari, avrebbe costretto un anziano del luogo a consegnarle, complessivamente, 10 mila euro. L'uomo, non riuscendo a riottenere indietro le somme prestate e sfinito dalle continue minacce, avrebbe persino tentato il suicidio.
La storia era emersa a seguito delle indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Carlo Boranga. Durante la prima fase dell'inchiesta, sarebbero stati ascoltati anche diversi compaesani per cercare di capire e delineare i contorni della triste vicenda. La donna è difesa dall'avvocato Paolo Mirabella, che è riuscito a farla ammettere al rito abbreviato. Stando alle indagini e all'accusa, dopo aver ottenuto, in varie fasi, circa 10 mila euro, Giuseppina Ventura avrebbe minacciato di morte l'anziano nel momento in cui questi richiedeva la restituzione dei soldi.
Per la Procura, l'uomo, impaurito dalla pressione costante esercitata ai suoi danni, avrebbe provato a farla finita ed i carabinieri contesterebbero alla donna pure una sua eventuale responsabilità nell'ambito di questi fatti. Negli atti di indagine, durata alcuni mesi, sarebbero presenti pure le dichiarazioni dell'anziano signore, messe a verbale. La donna, nell'interrogatorio di garanzia, si è avvalsa della facoltà di non rispondere dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sciacca Alberto Davico.
Non è escluso che non si possa arrivare in tempi rapidi alla sentenza di primo grado per il processo con il rito abbreviato. La stessa tipologia di reato è stata contestata più volte dalla Procura di Sciacca: a confermarlo i dati e le denunce riscontrate negli ultimi anni.