la Corte d'Appello di Palermo ha ridotto le pene ma confermato il quadro accusatorio nei confronti dei tre sambucesi accusati di avere svolto il ruolo di basisti. Per Michele Gandolfo, 61 anni, ex direttore di filiale, la pena è stata ridotta da 5 anni e 4 mesi di reclusione e 1400 euro di multa a 4 anni, 7 mesi e 10 giorni e mille euro di multa. Gandolfo è stato condannato per la rapina alla Banca Intesa di Santa Margherita che aveva fruttato un bottino di centomila euro e per una tentata rapina in banca, ed assolto invece dalle altre accuse che gli venivano contestate. Pena ridotta di un anno per Massimo Tarantino, 44 anni, barbiere, anche lui di Sambuca di Sicilia, che in primo grado era stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione e 1600 euro di multa. Per Pietro Curti, pensionato di 78 anni, la pena è stata ridotta da 5 anni e 8 mesi e 1400 euro di multa a 4 anni, 8 mesi e 1200 euro. I tre sambucesi si trovano agli arresti domiciliari. Si tratta di imputati giudicati in primo grado con il rito abbreviato. Le difese, che avevano chiesto l'assoluzione dei loro assistiti ritenendoli estranei ai fatti contestati, attendono adesso che vengano depositate le motivazioni per decidere l'eventuale ricorso in Cassazione. Palermitani sono invece gli altri imputati nel processo giudicati con il rito ordinario e nei confronti dei quali un mese fa il Tribunale di Sciacca ha condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione il margheritese Rocco D'Aloisio, 47 anni, e disposto cinque assoluzioni. L'operazione venne denominata “The wall” per la caratteristica dei colpi che era quella di praticare nel muro delle banche un foro d'accesso all'interno dei locali. Le rapine in banca oggetto delle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Sciacca, vennero messe a segno nel periodo compreso tra giugno 2012 e novembre 2013 e fruttarono oltre 200 mila euro.