la trentunenne defunta a seguito dello schianto della vettura sulla quale viaggiava insieme al compagno e ai due figlioletti lungo la statale 115, tra Sciacca e Ribera, nei pressi dello svincolo per Sant'Anna, frazione di Caltabellotta. Sul registro degli indagati al momento è finito l'uomo di Canicattì che era alla guida della Citroen contro la quale si è scontrata la Lancia Lybra che trasportava la vittima. L'ipotesi di reato sul tavolo del PM Michele Marrone è quella di omicidio stradale. Una prima perizia tuttora sommaria è stata già depositata dal consulente tecnico nominato dalla stessa procura. Il compagno di Vita Gatto intanto ha incaricato un legale, l'avvocato Aldo Rossi del Foro di Sciacca, di seguire il procedimento che, dunque, potrebbe culminare con la costituzione parte civile al processo in rappresentanza del compagno e dei figli. Stessa cosa sembrerebbero intenzionati a fare anche i familiari diretti di Vita, che aveva avuto altri due figli da un precedente matrimonio.
Una vicenda che ha generato vasta commozione, per tante ragioni, a partire dalla giovanissima età della vittima, che aveva appena 31 anni, oltre che per le conseguenze per i suoi bambini, diventati improvvisamente orfani. Una testimonianza di affetto quella di due comunità, quelle di Sciacca, la città di Vita Gatto, e di Sant'Anna, la frazione di Caltabellotta che l'ha adottata, che è emersa ai funerali di due giorni fa, in una gremitissima parrocchia dei Cappuccini. Sono tuttora ricoverati in ospedale il compagno della donna che era alla guida dell'auto al momento del tragico scontro e la bimba di tre anni rimasta ferita a seguito dell'incidente, sottoposta ad intervento chirurgico. Le altre persone ferite, tra cui gli occupanti di una Fiat Panda, anch'essa coinvolta nell'incidente, sono per fortuna fuori pericolo. Una vicenda che ha rilanciato purtroppo il problema della pericolosità di una strada, la statale 115, che proprio nel punto dove si è verificato lo scontro contempla corsie di rallentamento accanto a quelle di normale velocità. Sicuramente occorre un intervento per rendere questo tratto più sicuro. Non è la prima volta, infatti, che questo tratto di arteria è teatro di incidenti più o meno gravi. Rimane sullo sfondo la vera soluzione, che è sempre la stessa: la realizzazione di un anello autostradale che colleghi Gela a Castelvetrano, un tema che è tornato ad essere sollevato nei giorni scorsi ma che, c'è da scommetterci, tornerà nel dimenticatoio molto presto. E intanto un'altra vita è stata spezzata.