Era alla guida della sua auto quando stato raggiunto da diverse fucilate. A freddarlo era stato un killer che, subito dopo, si era dileguato con altri complici a bordo di un'autovettura.
A distanza di 25 anni i carabinieri di Agrigento e i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia hanno individuato l'esecutore materiale dell'efferato delitto che aveva sconvolto il piccolo centro agrigentino. Nelle scorse ore, su disposizione della DDA di Palermo i carabinieri del reparto operativo di Agrigento hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Filippo Sciara, 54 anni, agrigentino, già affiliato alla famiglia mafiosa di Siculiana e coinvolto nella nota vicenda del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del collaboratore di giustizia ucciso e poi sciolto nell'acido da Giovanni Brusca. Adesso dovrà anche rispondere del reato di omicidio premeditato, con l'aggravante di avere agevolato Cosa Nostra, nei confronti dell'imprenditore di Cianciana.
Le indagini, a suo tempo, avevano imboccato da subito la pista dei sub appalti, settore in cui Diego Passafiume risultava ben inserito, ma si erano rivelate particolarmente difficili. Alcune ore dopo il delitto era stata rinvenuta l'auto in fiamme utilizzata dai killer e i risultati dell'autopsia avevano confermato che l'imprenditore era stato colpito da tre fucilate, di cui una in pieno volto.
Dalle indiscrezioni allora raccolte, era emerso che Passafiume non aveva voluto piegarsi alle regole imposte dalle cosche mafiose agrigentine in ordine alla spartizione dei sub appalti nel settore del movimento terra e del trasporto di inerti. Un imprenditore onesto e convinto nella scelta di non venire a patti con la mafia. Dopo una prima archiviazione delle indagini, a carico di ignoti, l'inchiesta era stata riaperta grazie anche ad alcune dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia. La morsa degli investigatori non si è mai allentata nonostante il passare degli anni e, infatti, adesso il caso è stato risolto. La vera svolta nelle indagini si è registrata nel luglio dello scorso anno quando i militari dell'arma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno acquisito determinanti indizi di colpevolezza nei confronti di Filippo Sciara. In particolare, grazie ad alcuni album fotografici mostrati ad alcuni parenti della vittima, che all'epoca avevano assistito al delitto, i carabinieri hanno stretto il cerchio dei loro sospetti sull'uomo. Poi sono arrivate anche le dichiarazioni convergenti di alcuni collaboratori di giustizia : Pasquale Salemi, Maurizio Di Gati e Giuseppe Salvatore Vaccaro. E' così emerso che l'omicidio era stato commesso nel contesto mafioso territoriale. Diego Passafiume era ritenuto un imprenditore “scomodo” che faceva troppa concorrenza alle cosche mafiose agrigentine e per questa era stato freddato.