in carcere, le elezioni rinviate a data da destinarsi, una commissione prefettizia in azione e l'ombra dei clan mafiosi della “Montagna” sugli appalti pubblici. Il 2018 rappresenta sicuramente una delle pagine più nere per la storia di San Biagio Platani, piccolo comune agrigentino salito agli oneri delle cronache a seguito dell'operazione antimafia “Montagna” con la quale la DDA di Palermo conta di aver scompaginato i mandamenti di quella porzione di territorio. Secondo l'accusa l'ex sindaco sarebbe stato eletto con il supporto dei referenti locali di Cosa Nostra che avrebbero, poi, sfruttato tali rapporti per mettere le mani su appalti e assunzioni di soggetti vicini. La Commissione Prefettizia, al lavoro da qualche settimana, ha messo tutto nero su bianco: una relazione di 70 pagine dove si scrive apertamente di presunti appalti pilotati, di eventuali rapporti intrenseci tra la mafia locale e l'ex sindaco Sabella, di forti infiltrazioni nel comune di San Biagio Platani, di candidature pilotate sia nella lista a sostegno di Sabella sia in quelle contrapposte e di una mafia, leggiamo testualmente, ancora perfettamente efficiente ed in grado di esercitare a tutt'oggi un pressante controllo sul territorio.
Il presunto boss del paese, Giuseppe Nugara, è stato arrestato ed attualmente è al 41 bis. Secondo i commissari inviati dallo Stato, la criminalità organizzata avrebbe messo, nel tempo, le mani su tutto, persino sull'organizzazione e sui lavori della Festa degli Archi di Pane, che sarebbero stati assegnati senza alcun bando di gara ad imprese vicine alla Cosca locale. Nella relazione, si parla di una famiglia mafiosa attiva, ma costituitasi di recente, con la voglia di affermarsi sul territorio, anche attraverso atti intimidatori e danneggiamenti. Il documento contiene pure una lettera dell'ex sindaco Sabella che si dice innocente ed estraneo ai fatti che gli sono contestati. Indagini che, a quanto pare, non si concentrerebbero soltanto sulla figura dell'ex primo cittadino, ma anche su altri soggetti, parenti, intermediari, ex consiglieri comunali, referenti locali di Cosa Nostra, i cui nomi sono al momento coperti da tutta una serie di “omissis”.
I commissari hanno messo a soqquadro tutti i cassetti degli uffici del comune di San Biagio Platani, scovando presunte irregolarità nella gestione di diversi appalti: dalla festa degli Archi di Pane del 2015 a vari affidamenti diretti tra il 2014 e il 2018, per passare da numerose forniture edili definite anomale per sistemazioni stradali affidate ad imprese con soggetti vicini al mondo della criminalità. Accuse che pesano come macigni e fotografano un modus operandi che a San Biagio Platani sarebbe stato ormai normalità.