“Green River”, fiume verde, così è stata chiamata la brillante operazione messa a segno dai Carabinieri. Il blitz è scattato durante la notte, con l'irruzione di una trentina di Militari in un fondo agricolo. E' lì che i Carabinieri hanno scoperto una maxi piantagione di marijuana, e precisamente trenta tonnellate di sostanza stupefacente, in parte già essiccata, confezionata e pronta ad invadere le piazze dello spaccio dell'isola, in parte in fase di maturazione su oltre diecimila piante di canapa indiana, nascoste tra alberi di cachi. In pratica, la marijuana veniva coltivata, fatta essiccare e successivamente confezionata con delle buste di plastica sulle quali veniva specificato il quantitativo. Sostanza stupefacente che, una volta immessa sul mercato illegale dello spaccio, avrebbe potuto fruttare al dettaglio oltre quindici milioni di euro. Tre le persone arrestate con l'accusa di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tra queste, il proprietario del fondo agricolo, Carmelo Collana, 53 anni, originario di Campobello di Licata e dipendente del Comune di Canicattì. In manette anche due giovani, Pietro e Vincenzo Martini, rispettivamente di 22 e 19 anni, di Belmonte Mezzagno, considerati dagli inquirenti la “manovalanza”. L'impiegato del Municipio di Canicattì sarebbe stato inoltre trovato in possesso di una pistola. Il fenomeno della coltivazione e dello spaccio di sostanze stupefacenti resta dunque diffusissimo in provincia di Agrigento. Il 25 settembre scorso una operazione analoga venne messa a segno dai Carabinieri nella campagne di Ribera. Anche qui i Militari dell'Arma scoprirono una vasta piantagione di marijuana, nascosta tra alberi d'ulivo e fichi d'india. Una operazione culminata con il sequestro di una tonnellata di sostanza stupefacente e con l'arresto di due persone, marito e moglie. Quella messa a segno a Naro ha ben altre proporzioni e rappresenta uno dei colpi più duri inferti al business della droga.