dopo l'interrogatorio di garanzia e su richiesta del Pubblico Ministero, ha convalidato l'arresto e disposto il carcere per Carmelo Collana, 53 anni, originario di Campobello di Licata e dipendente del Comune di Canicattì, e per i fratelli Pietro e Vincenzo Martini, di 22 e 19 anni, di Belmonte Mezzagno. Si tratta delle tre persone arrestate nei giorni scorsi a seguito della scoperta, da parte dei Carabinieri del comando provinciale, della maxi piantagione di canapa indiana in un fondo agricolo del territorio di Naro. Operazione denominata “Green river” che, dopo giorni e giorni di osservazione e pedinamenti, effettuati anche con l'utilizzo di un drone, ha consentito di rinvenire non solo la maxi piantagione di canapa indiana con oltre diecimila piante ma anche due casolari utilizzati come essiccatoio e laboratorio di confezionamento. Complessivamente trenta le tonnellate di sostanza stupefacente rinvenute nell'ambito del più grosso sequestro operato in Sicilia. Droga che, sull'illegale mercato dello spaccio, avrebbe potuto fruttare oltre 15 milioni di euro. Tutti e tre dovranno rispondere dell'ipotesi di reato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Carmelo Collana, proprietraio del fondo agricolo, anche di detenzione illegale di arma da guerra, una pistola calibro 9 di fabbricazione ungherese rinvenuta dai Carabinieri e mai censita nei registri italiani. Sia per il dipendente del Comune di Canicattì sia per i due giovani palermitani, la difesa aveva chiesto una misura meno afflittiva. Richiesta che non è stata accolta visto che il Gip ha disposto il carcere per tutti e tre. Sabato scorso, intanto, dopo due giorni di lavoro, sono state ultimate le operazioni di distruzione della piantagione di canapa indiana che era sistemata e nascosta tra alberi di cachi.