È questa l'opinione di Claudia Casa, responsabile di Legambiente, per la quale “è avvilente essere costretti ad assistere di anno in anno ad episodi in perfetta fotocopia”. Nel mirino: la cementificazione selvaggia che si è succeduta negli anni lungo il torrente Cansalamone ma anche la mancanza perpetua del Piano regolatore. Sciacca fa parte purtroppo del 70% di comuni italiani, stando ai dati di Ecosistema Rischio, dove ci sono case in zone a rischio.
Per il Movimento 5 Stelle di Sciacca i danni di stanotte potevano essere evitati. Ricordano, i pentastellati, che il Dipartimento Regionale della Protezione Civile aveva stanziato quasi mezzo milione di euro per la “Pulizia del torrente Cansalamone e la realizzazione di una vasca di calma a servizio dello stesso”. Lavori mai eseguiti semplicemente, perché – denunciano i grillini - manca ancora il progetto esecutivo. Risale allo scorso mese luglio la nomina R.U.P, ma i pentastellati fanno notare che si è perso troppo tempo, e che le piogge non attendono certo la burocrazia, soprattutto se si pensa che sono trascorsi due anni dall'alluvione del 25 novembre 2016. Teresa Bilello fa notare che i soldi per mettere in sicurezza il torrente Cansalamone ci sono da due anni ma anche per colpa del Comune di Sciacca ancora devono essere utilizzati. Dal canto suo Matteo Mangiacavallo ricorda di avere chiesto invano interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico sui fiumi Verdura, Magazzolo e Platani e di avere seguito l'iter per l'assegnazione dei fondi per l'intervento di pulizia del Torrente Cansalamone tra Protezione Civile e Comune di Sciacca. Mangiacavallo che si dice indignato nel vedere che nulla è stato fatto e che nel frattempo sono arrivati nuovi danni. “Pretenderemo che vengano accertate le responsabilità del caso”, conclude il parlamentare.