quella che ha disarticolato, col blitz del 26 gennaio del 2012, il nuovo organigramma mafioso della provincia di Agrigento disegnato dopo la cattura di Giuseppe Falsone e Gerlandino Messina. Un blitz nel quale la Squadra Mobile di Agrigento arrestò 55 persone tra boss e gregari. Arresti operati su tutto il territorio della provincia.
La Corte ha escluso l'aggravante dell'accusa del riciclaggio delle risorse economiche nell'associazione e così le pene, nel complesso, sono state abbassate rispetto al precedente appello. Confermata la condanna a 3 anni per Leo Sutera, 68 anni, di Sambuca di Sicilia, tornato in carcere lo scorso 29 ottobre con una nuova accusa di associazione mafiosa perche’, secondo i pm, avrebbe voluto fuggire in Ungheria proprio nel timore di un aumento di pena. Il processo ha accertato il suo ruolo di capo di Cosa Nostra agrigentina. Undici anni e 10 mesi sono stati inflitti a Francesco Ribisi, 36 anni, di Palma di Montechiaro, ritenuto il numero due di Cosa Nostra. La pena a carico di Giovanni Tarallo, 33 anni, di Santa Elisabetta, considerato il braccio destro di Ribisi, è scesa dai 15 anni e mezzo dell'appello bis ai 12 anni attuali. E ancora: Fabrizio Messina, 43 anni, di Porto Empedocle, fratello dei boss Gerlandino e Salvatore, e’ stato condannato a 4 anni. Luca Cosentino, agrigentino di 42 anni, ritenuto il capo del “gruppo operativo” di Cosa Nostra, e’ stato, oggi, condannato 7 anni e 6 mesi. La precedente sentenza era stata, invece, di 10 anni e 8 mesi. Pietro Capraro, 33 anni, e’ stato condannato a 7 anni e 8 mesi. Giuseppe Infantino, 37 anni, e’ stato condannato a 8 anni, 10 mesi e 10 giorni, tre anni in meno della precedente condanna. Natale Bianchi, 41 anni, e’ stato condannato a 8 anni, 6 mesi e 20 giorni, mentre la precedente sentenza aveva inflitto 9 anni e 10 mesi. Quello terminato ieri è stato il terzo processo d'appello scaturito dall'operazione Nuova Cupola. La Corte di Cassazione lo scorso 27 marzo, aveva disposto un annullamento con rinvio del processo precedente, disponendo così un nuovo procedimento in corte d'appello con 9 imputati alla sbarra. Il nono imputato era Antonino Gagliano, di 46 anni, condannato nel precedente processo a 8 anni di reclusione. La sua posizione è stata stralciata, e verrà giudicato a il 15 aprile prossimo.