nei confronti di Leo Sutera e di tre suoi presunti fiancheggiatori. Questa volta la misura cautelare al boss sambucese è stata notificata nel reparto detenuti del Civico di Palermo dove era ricoverato. Sono accusati di favoreggiamento Maria Salvato 45 anni, fioraia del paese; l’imprenditore Giuseppe Tabone, 53 anni e l’autista del boss Vito Vaccaro, 57 anni. Leo Sutera era stato nuovamente tratto in arresto il 28 ottobre scorso in esecuzione di un decreto di fermo indiziato di delitto emesso dalla DDA di Palermo. I provvedimenti di oggi scaturiscono da una indagine che risale al 2015 e che ha consentito di ricostruire gli interessi criminali di Sutera, il capomafia di Sambuca vicino al latitante Matteo Messina Denaro.L'inchiesta ha fatto luce anche sul ruolo e sul supporto dato a Sutera dai tre sambucesi raggiunti oggi dai provvedimenti restrittivi. Per gli inquirenti particolare rilievo ricopriva il negozio di fiori gestito da Maria Salvato , ma anche l’abitazione dell’anziana madre di Sutera, luoghi sicuri dove svolgere incontri riservati. L' imprenditore Giuseppe Tabbone avrebbe costantemente informato il boss sull'esistenza di telecamere o attività investigative, mentre Vito Vaccaro avrebbe messo a disposizione di Sutera mezzi e immobili , provvedendo alla bonifica dell'auto che utilizzava per accompagnarlo in alcuni spostamenti. A tutti e tre viene contestato il reato di favoreggiamento personale aggravato dall'avere agevolato l'attività del boss e di cosa nostra agrigentina.