Alberto Davico ha disposto il rinvio a giudizio del riberese Vincenzo Guddemi, di 78 anni. La vicenda è quella riguardante la morte di Giuseppe Galvano, il carrozziere di 44 anni, anche lui di Ribera, rimasto schiacciato da un pesante cancello il 12 dicembre del 2016 mentre stava cercando di sostituire le rotelle di quel cancello che consentiva l'accesso alla sua officina. Lavori non andati a buon fine: il cancello uscì dai binari schiacciando Galvano, morto a causa delle gravi lesioni riportate al cranio. Secondo l'accusa, Vincenzo Guddemi avrebbe affittato o comunque concesso in uso al carrozziere un magazzino sul cui accesso carrabile era presente il cancello scorrevole del peso di 450 kilogrammi che sarebbe stato realizzato in assenza di sistemi tali da impedirne le oscillazioni e pertanto non a regola d'arte. A Giuseppe Galvano, che da tempo pare si lamentasse del fatto che il cancello non scorreva più regolarmente, sarebbe stata affidata la sistemazione del cancello ma senza alcun controllo e senza che il carrozziere disponesse di mezzi idonei e di specifiche competenze per effettuare questi lavori. I legali di Guddemi hanno sostenuto, invece, che il loro assistito non aveva affidato tale incarico a Galvano e che era stata una sua iniziativa quella di tentare di sistemare il pesante cancello. La tragedia si verificò due anni fa in contrada Gulfa. La morte del carrozziere suscitò tanta commozione a Ribera dove l'uomo, sposato e padre di due figli, era molto conosciuto. La moglie, i figli e i genitori di Galvano si sono costituiti parte civile, assistiti dall'avvocato Giovanni Castronovo che ha avanzato richiesta di risarcimento di circa due milioni di euro. Vincenzo Guddemi è invece difeso dall'avvocato Antonio Palmieri.
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