a Castelvetrano con l'obiettivo di stanare i fedelissimi del boss Matteo Messina Denaro e scovare qualche traccia del latitante. A pochi mesi di distanza dall'ultima perquisizione, ne è scattata un'altra. In azione più di un centinaio di Carabinieri su ordine della Procura della Repubblica di Palermo. A seguito di questo ennesimo rastrellamento, è scattato un arresto e 25 soggetti sono stati iscritti nel registro degli indagati.
Passati al setaccio negozi, uffici, abitazioni private e aree periferiche. Le sirene sono suonate nottetempo non solo a Castelvetrano, ma anche a Mazara del Vallo, Custonaci e Campobello di Mazara, storiche roccaforti del padrino latitante. Il provvedimento di fermo è stato eseguito nei confronti di Matteo Tamburello che, secondo gli investigatori, era il nuovo reggente del mandamento di Mazara del Vallo, succeduto dopo la morte del padre Salvatore. Il blitz non serviva per la cattura del boss, ma per stroncare ulteriormente la sua presunta rete di fiancheggiatori sul territorio e per provare tracce sensibili. Sono stati sequestrati, infatti, vari computer e telefonici che saranno analizzati dagli esperti messi in campo dalla Procura palermitana. Nel corso del blitz, sono state arrestate altre due persone. Si tratta di Giovanni Como, fratello di Gaspare, il cognato di Messina Denaro, in carcere da tempo, e Diego Vassallo, titolare di supermercati a Mazara del Vallo. Detenevano illegalmente due pistole, che ora saranno analizzate per capire se abbiano o meno sparato di recente.
Al setaccio nuovi possibili investimenti sull'eolico, uno dei settori più cari al boss latitante. Al vaglio, inoltre, decine e decine di intercettazioni ambientali e telefoniche.