inquirenti ne sono sicuri. Il latitante Matteo Messina Denaro è in piena attività attraverso la propria rete di complici e fedelissimi. Tutto questo è emerso a margine delle nuove indagini che hanno portato alle perquisizioni di ieri notte a Castelvetrano, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Custonaci e a tre arresti. 25 in tutto gli indagati. Tra questi vi sono nomi vecchi e nuovi che sarebbero considerati vicini alla famiglia del boss. I più eclatanti sono quelli di Vincenzo Leone, ex deputato regionale del PSI negli anni '80 e quello di Maria Guttadauro, nipote del capomafia. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani, su ordine della Procura di Palermo, come detto, hanno messo sottosopra negozi, uffici, case rurali, nelle quali gli inquirenti contavano di trovare qualche traccia del latitante o dei suoi affari. Tra gli indagati anche quel Vito Signorello, ex docente ed ex calciatore della Folgore, già arrestato nel 2011 e condannato per associazione mafiosa, ritenuto legato a Gaspare Como, cognato di Messina Denaro. A Como giusto ieri è stato arrestato il fratello Giovanni.
Vi è, infine, Francesco Martino che a Castelvetrano è stato consigliere comunale nel 2014 con l'Udc e Articolo 4. La Procura palermitana, oltre ad aver sequestrato computer e cellulari, avrebbe in mano ore ed ore di intercettazioni ambientali dalle quali si evincerebbe la piena attività di Messina Denaro e probabilmente la sua presenza in Sicilia. Dopo gli arresti di familiari, parenti e amici stretti del boss, i vertici castelvetranesi si stavano riorganizzando. Il blitz è scattato anche per questo ed è in attesa di ulteriori sviluppi.