Ci vollero quattro anni perché i fatti millantati da Gianni il Bello (e non solo da lui) venissero smentiti.
Dopo il carcere, successivo ad una vita vissuta più o meno pericolosamente, il pluripregiudicato saccense ritrovò la libertà. Ma naturalmente sarebbe stato sempre un osservato speciale. E la libertà appena ritrovata durò ben poco, perché nel frattempo la procura di Sciacca lo accusò (facendolo condannare ad altri quattro anni) di avere organizzato un giro di prostituzione. Operazione Portobello: così la denominò l'allora procuratore Pantaleo, volendo rendere omaggio alla memoria del noto presentatore.
Ma è con l'ultima vicenda che Melluso rischia di non uscirci più dal carcere.
La procura generale di Palermo ha chiesto per lui, che oggi ha 61 anni, la conferma della condanna all’ergastolo, da Melluso già subita in primo grado, per la morte di Sabine Maccarrone, avvenuta nel 2007 in quel di Mazara del Vallo. Il cadavere della ragazza, nascosto da tegole e massi, venne rinvenuto il 16 aprile di dodici anni fa dentro un pozzo artesiano accanto all'abitazione di campagna della madre di Giuseppe D’Assaro. Sono state le rivelazioni di quest'ultimo ad incastrare Melluso. Il quale sarebbe stato geloso del fatto che la donna aveva una relazione con un altro uomo.
Melluso ha sempre respinto le accuse, puntando sulla presunta inattendibilità del suo accusatore. Ad assisterlo sono gli avvocati Carmelo Carrara e Antonino Caleca.
Un caso, quello della morte di Sabine Maccarrone, nel caso si inserisce marginalmente perfino la vicenda della piccola Denise, la bambina scomparsa a Mazara nel 2004, per la quale D'Assaro era finito sotto processo per concorso in sequestro di persona. Un'altra delle ragioni per la quale, secondo il collegio difensivo, l'accusatore di Melluso non era credibile. Non l'ha pensata così però il tribunale di Trapani, e non la pensa così il procuratore generale Domenico Gozzo. Il caso Maccarrone finì anche in televisione, durante una puntata di Chi l'ha visto. Dopo il ritrovamento del cadavere della giovane Melluso invitava D’Assaro a costituirsi. Ma D'Assaro nel frattempo aveva puntato il dito contro di lui.