per i presunti esponenti di cosa nostra agrigentina coinvolti nell’operazione denominata “Icaro” che era stata messa a segno nel 2015.
Hanno inflitto 13 condanne e stabilito una sola assoluzione nei confronti di Leonardo Marrella di 41 anni. Per 11 imputati le condanne non sono state modificate rispetto al primo grado di giudizio.
Si tratta di Pietro Campo, 66 anni, di Santa Margherita Belice, ritenuto esponente di vertice di cosa nostra nel territorio agrigentino per il quale sono stati confermati 14 anni di reclusione in continuazione con una precedente condanna; di Antonino Iacono di 64 anni, condannato a 14 anni e 8 mesi; analoga pena per Francesco Messina di 61 anni. 10 anni sono stati confermati per Francesco Capizzi, 50 anni, di Porto Empedocle, Francesco Tarantino 29 anni, di Agrigento; Santo Interrante 34 anni di Santa Margherita Belice e Rocco D’Aloisio 46 anni di Sambuca di Sicilia. Per Mauro Capizzi, 47 anni, di Ribera 10 anni e 8 mesi; 10 anni e 4 mesi per Giacomo La Sala 47 anni, di Santa Margherita Belice ; 8 anni e 8 mesi per Tommaso Baroncelli 40 anni di Santa Margherita Belice e 3 anni e 4 mesi per Emanuele Riggio, 45 anni, di Monreale . Le novità hanno riguardato Diego Grassadonia, 54 anni di Cianciana, la cui condanna a 10 anni di reclusione in prima grado è stata ora ridotta a 9 anni, mentre Giuseppe Lo Pilato, 47 anni, di Giardina Gallotti che era stato assolto in primo grado è stato ora condannato a 9 anni di reclusione per l’accusa di associazione mafiosa.