chiamata ad interrogare, all'interno di una cella del carcere di Sciaccam Pietro Leto, il diciannovenne sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l'omicidio avvenuto l'altra sera ad Alessandria della Rocca di Vincenzo Busciglio.
Un'indagine che si sta avvalendo di numerose testimonianze, quelle acquisite dagli investigatori tra cerchia di amici e conoscenti della vittima e che probabilmente sono stati determinanti rispetto all'individuazione di colui che al momento è il sospettato numero uno, che è poi finito in manette.
Una vicenda, e non è la prima che riguarda il territorio di Alessandria, che ha scosso la comunità, gettando letteralmente nella disperazione due famiglie, quella della vittima naturalmente, ma anche quella dello stesso Leto, sempre in attesa che la giustizia faccia il suo corso e che si accerti ogni eventuale sua responsabilità. L'accoltellamento è avvenuto in via Sant'Antonio. Non si conosce ancora il movente che possa avere indotto l'assassino ad agire. Si è fatto di tutto per poter salvare la vita di Vincenzo, ma le ferite erano troppo profonde, e dopo un trasporto disperato sull'ambulanza del 118 il giovane è morto poco dopo l'arrivo in ospedale.
Una tragedia che ha indotto nelle scorse ore la dirigente scolastica dell'istituto comprensivo Alessandro Manzoni Maria Rosaria Provenzano a firmare una lettera aperta a famiglie e alunni della scuola per evidenziare come oggi si sia costretti a piangere la morte di un ragazzo, di un alunno, di un figlio, di un cittadino di Alessandria della Rocca. L'invito alla comunità è a riflettere sulla violenza che spezza una vita, sparge l’odio, lacera le relazioni sociali e la speranza. “Siamo consapevoli - dice la preside - che le nostre parole non leniscono il profondo dolore dei familiari, non restituiranno alla comunità il nostro Vincenzo non placheranno i nostri animi, ma vogliamo fortemente richiamare alla riflessione, all’impegno ed al senso di responsabilità. E’ nostro intendimento – conclude la preside - far comprendere ai nostri alunni che questi eventi tragici e violenti non accadono solo nelle grandi città o si sentono solamente al telegiornale in un luogo senza tempo e senza spazio, lontano dalle nostre case sicure.
E sulla vicenda interviene anche il parroco di Alessandria don Centinaro: “La comunità è sconvolta da questo ennesimo fatto di sangue. Siamo vicini alla famiglia e chiediamo a tutti di vivere una vita più vicina a Dio". "Il paese - spiega ancora don Centinaro - è sconvolto, sta soffrendo. Conoscevo Vincenzo, era un bravo ragazzo. Non cercava risse Era amabile e indifeso". Il parroco evidenzia poi come in circa un anno siano tre i fatti di sangue consumatisi nel piccolo paese: l'accoltellamento di ieri, l'uccisione per una lite tra vicini di un 72 enne a settembre e un'aggressione usando l'acido nei confronti di un'impiegata delle poste del novembre scorso.
Don Salvatore sottolinea che quando l'uomo si allontana da Dio diventa una bestia. I giovani, e tutti noi dovremmo riflettere sul fatto che c'è una vita morale, una vita con Dio da vivere nel rispetto del bene di sè stessi e degli altri. Per questo - conclude - invito tutti ad una seria riflessione sul valore della vita e sul rispetto della dignità umana".