della realizzazione del secondo modulo del depuratore comunale di Sciacca sta tutta in queste immagini, riprese da un drone e pubblicate su Facebook. Il colore nerastro delle acque sulla riva dello Stazzone indica, in maniera a dir poco drammatica, ciò che purtroppo non riesce più nemmeno a sorprendere. Stiamo parlando dello sversamento di reflui fognari che provengono da quel torrente Cansalamone che, per i limiti allo sviluppo economico e turistico, è croce e delizia (soprattutto croce, purtroppo) della sua stessa identità di Sciacca. Attenzione: non c'era certamente bisogno di queste immagini per sapere cosa accade alle acque reflue di diverse zone, soprattutto Ferraro e Seniazza, ma non solo a queste. Un colore scuro che, negli ultimi giorni, sembrerebbe ancora più scuro del solito.
Una condizione ormai inaccettabile, perché nettamente in conflitto con la disponibilità di un impianto di depurazione che, però, non riesce ancora a coprire l'intero territorio comunale di Sciacca. Gli interventi sono come è noto organizzati dal supercommissario per le acque Enrico Rolle, e dovrebbero essere sbloccati, stando alle notizie rese note dallo stesso sindaco di Sciacca Francesca Valenti, in tempi piuttosto brevi. Il secondo modulo del depuratore fa il paio con i lavori per il secondo stralcio funzionale del Parf, per garantire lo smaltimento dei reflui nelle zone tuttora scoperte. La prospettiva finale è che gli scarichi in mare (attraverso il Cansalamone ma anche gli altri torrenti, tra cui il Foce di Mezzo, che negli ultimi anni si è rivelato particolarmente vulnerabile, malgrado qui dovrebbero venire sversati solo le acque reflue già depurate).
La sistemazione del depuratore potrebbe anche far tornare balneabili zone storiche tra le spiagge di Sciacca, tra cui lo stesso Lido Salus, che da oltre venticinque anni non è più ufficialmente balneabile, malgrado il tratto Stazzone-Lido sia, in buona sostanza, l'unico arenile collegato al centro urbano. Che, poi, è proprio questa la ragione della non balneabilità. Ma per crescere turisticamente bisogna superare gli ultimi step. Se non ci fossero né progetti né i soldi per realizzare le opere ci sarebbe davvero di che disperarsi. Per fortuna su questi aspetti ci siamo. A confermare una condizione complessa sul piano ambientale allo Stazzone è anche un reportage fotografico pubblicato dal Corriere di Sciacca, che conferma una condizione a dir poco assurda.
Ma dal fronte Cansalamone il colore delle acque sversate non è sempre solo nero. No, in qualche caso è bianco, che più bianco non si può, come rivelano queste altre fotografie che ci sono state inviate da un nostro telespettatore. In questo caso potrebbero essere scarichi industriali. Situazione da risolvere, soprattutto nell'ottica di vedere, un giorno, da quelle parti, acque che finalmente siano trasparenti.-