ai danni di una minorenne di Menfi, mentre gli altri quattro ai domiciliari. Il Giudice del Riesame ha confermato le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Guglielmo Nicastro.
Per il giudice del Riesame è passata la linea della Procura della Repubblica che ha sostenuto l’attendibilità delle dichiarazioni della tredicenne e insistito nella conferma delle misure cautelari.
In carcere la madre della minorenne e il 63enne Pietro Civello, di Gibellina, per i quali l’accusa è di induzione alla prostituzione minorile. Ai domiciliari invece resteranno gli altri quattro indagati, tre dei quali di Menfi, si tratta del 43enne Vito Sansone; 25enne Calogero Friscia e il 69enne Vito Campo; il quarto, di Gibellina, 37enne è Viorel Frisal.
Per i quattro indagati l’accusa è di presunti atti sessuali con la minore.
Una vicenda che ha scosso i due comuni belicini coinvolti e l’intero hinterland, le cui indagini risalirebbero già al 2017 quando da un posto di blocco di routine lungo la statale 624 nei pressi di Sambuca nel cuore della notte, i carabinieri avrebbero trovate sospette le dichiarazioni di Civello in macchina con la minorenne. Ascoltato l’uomo la realtà che ne emergeva era raccapricciante: per i Carabinieri il 63enne avrebbe accampagnato presso l’ovile di Gibellina la ragazzina dove altri due uomini avrebbero abusato di lei, tutto con il tacito benestare della madre. Una volta partite le indagini la tredicenne era stata allontanata da casa. Indagini dei Carabinieri che avrebbero ricostruito le violenze subite dalla minore menfitana, costretta a subire rapporti sessuali, con la madre complice, che l’avrebbe accompagnata nei luoghi dove si consumavano gli incontri per somme di denaro che andavano dai 30 ai 200 euro.